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BORGO MEZZANONE CAMPANELLO D’ALLARME: OCCORRE CAMBIARE?

Per comprendere meglio la politica migratorianon possiamo non tener conto di ciò che accade ogni giorno. Il modello di integrazione forzata che ci è stato imposto dai Governi precedenti e dai diktat di Bruxelles mostra ormai evidenti i suoi segni di collasso e gli eventi dell’altro giorno a Borgo Mezzanone ne sono la dimostrazione: circa 50 immigrati che vivono in un vero e proprio ghetto, in una vera e propria “terra di nessuno” (non l’unico caso), hanno circondato e poi aggredito fisicamente alcuni agenti in servizio presso la polizia stradale.

La retorica dell’homoeconomicus e l’homotelevisivusha prevalso grazie ai mezzi d’informazione, preoccupati più del loro guadagno personale che del raccontare la verità. Essi in concerto con scuole, università, salotti ecc…, hanno contribuito alla formazione nell’immaginario collettivo di uno stereotipo dell’immigrato inerme, bisognoso di aiuto, in fuga dalla guerra e dalla povertá, (che solo in pochi casi corrisponde alla realtá). Chi è contrario alla presenza massiccia, pervasiva e continua di immigrati nella città è un razzista,un fascista, un assassino.

Ma si può parlare ancora di “integrazione” quando è lo stesso Stato ad essere minacciato?

E’ ormai chiaro che si deve cambiare direzione, il fenomeno può e deve essere arginato su più fronti,l’accoglienza indiscriminata si è rivelata una soluzione fallace.

Ci rifacciamo alle parole di San Giovanni Paolo II in “Ecclesia in Europa”: <<E’ responsabilità delle autorità pubbliche esercitare il controllo dei flussi migratori in considerazione delle esigenze del bene comune. L’accoglienza deve sempre realizzarsi nel rispetto delle leggi e quindi coniugarsi, quando necessario, con la ferma repressione degli abusi>>

Oltre ad offrire la piena solidarietà ai nostri agenti che rischiano la propria incolumità in queste res nullius, riteniamo opportuno che vengano fermati questi abusi e venga garantita la sicurezza pubblica di tutti i cittadini, anche per gli stessi immigrati regolari che vivono pienamente integrati nelle nostre città e godono di tutta la nostra amicizia affinché non vengano travolti dal pregiudizio.

Anche a San Severo sta per essere costruito un centro simile, a cui noi ci opponiamo fermamente, all’interno del quale il rischio che questo tipo di avvenimenti si verifichino di nuovo è molto elevato.

Peraltro la domanda,rispetto a queste situazioni di caos, è la seguente: cui prodest?

Non vogliamo essere buoni, vogliamo essere giusti.

Antonio Pio Perrone- Responsabile Gn San Severo

Dante Scarlato- Gn San Severo

Giuseppe Saccone- Responsabile provinciale Gn

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