Comunicati

Dino Marino: “Bene Minniti ma le comunità locali non devono più accettare di convivere con la criminalità”

“Le decisioni comunicate dal Ministro Minniti sono di grande rilievo e fanno ben sperare in una risposta dura dello Stato. Positiva è la priorità posta dal Governo alla lotta alla quarta mafia. Ma le attività delle forze dell’ordine e della magistratura non bastano; anche le comunità locali, la Chiesa, i sindacati, le associazioni, la scuola devono fare la loro parte”. A dichiararlo è il consigliere comunale Pd, Dino Marino, secondo il quale “per troppi anni è stata sottovalutata la connotazione mafiosa della malavita in Capitanata. È del tutto evidente che c’è in essa una lotta per disegnare nuovi capi e nuovi equilibri e forse una saldatura provinciale.
Vanno compresi e scardinati gli interessi che scatenano la mattanza: il controllo della droga e non solo. Siamo di fronte ad una sottovalutazione trentennale, anche da parte delle istituzioni, mentre la delinquenza scopriva e gestiva il narcotraffico e le vicende urbanistiche di certi Comuni. Adesso bisogna guardare anche gli appalti pubblici. Conoscere il fenomeno è intervenire sulle cause per risolvere il problema. La mafia uccide il turismo e l’agricoltura come ha dimostrato nelle campagne foggiane con gli sversamenti dei rifiuti, ma a Minniti bisogna far attenzionare anche la gestione dei migranti nella nostra provincia, un nuovo business che potrebbe far gola ai clan malavitosi”.
Tornando ai fatti di San Marco, Marino ribadisce che “La strage di ieri è follia pura. E poi il coinvolgimento di due vittime casuali, testimoni che nulla c’entravano con l’agguato mafioso, freddati senza pietà. La mafia schiaccia la vita delle persone e noi del Sud paghiamo anche questa condizione. I due agricoltori non solo lavoravano il 9 agosto sotto un sole rovente, ma il territorio purtroppo non é più sotto il controllo delle forze del lavoro. Questa strage mette in discussione la democrazia, perché incute ancora più paure ai cittadini già lungamente provati. La politica deve comprendere in ogni angolo della provincia ciò che accade e perché. Non dobbiamo più accettare di convivere con il tessuto criminale”

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