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Giovedì 21 febbraio al Teatro Verdi ZIO VANJA di Anton Cechov.

Giovedì 21 febbraio 2019 altro appuntamento con la stagione teatrale 2018-2019 organizzata dall’Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese. Sul palco del Teatro Verdi (porta ore 20,30, sipario ore 21,00) sarà rappresentata ZIO VANJA di Anton Cechov.

“Una serata della stagione teatrale impegnata – dichiarano il Sindaco avv. Francesco Miglio e l’Assessore alla Cultura avv. Celeste Iacovino – con un classico andato in scena sui palcoscenici di tutto il mondo. Un dramma scritto alla fine dell’ottocento, una delle opere più importanti dell’autore russo, che torna al Verdi dopo tanti anni e che sicuramente non mancherà di affascinare il nostro pubblico. Il dramma è una rivisitazione in chiave pugliese – aggiunge l’Assessore Iacovino – ambientato in una masseria tipica della nostra regione, una trasposizione che non mancherà di suscitare curiosità ed attenzione. Anche la compagnia teatrale è pugliese ”.

Marluna Teatro

ZIO VANJA          di Anton Cechov

light designer Gianluigi Carbonara

ideazione, scenografie e costumi Massimo Marafante regia ROBERTO MARAFANTE Čechov è certamente attuale. Lo è perché i suoi personaggi si chiedono: chi siamo, dove andiamo, qual è il senso della nostra vita. E mentre si pongono queste alte domande, consumano il loro tempo, la vita stessa, nella complessa banalità del quotidiano, di un fare pratico, necessario, piccolo e spesso inutile e non sanno come risolvere questa dicotomia. Tutto ciò è drammatico ma anche ridicolo e soccombono nella sproporzione tra pensiero e azione. Per questo il loro immolarsi non è mai eroico o, meglio, è eroico come può essere eroico condurre la propria esistenza quotidiana, che alla fine però rappresenta tutta la propria vita. In tutto ciò non c’è dramma catartico, né sulla scena né nella forma drammaturgica. Čechov non è epico ma è universale, non è realistico ma rituale, non c’è unità di tempo e azione, anzi spesso il tempo-spazio non è definito; sulla scena non c’è la realtà, c’è di più: non c’è il vero ma il verosimile. Čechov è come Beckett o Pinter che ci mostrano solo la porzione di un segmento, di cui noi non vediamo l’inizio e la fine. Sta a noi ricomporre i frammenti e, come in un gioco interattivo dargli un senso: il nostro.

San Severo, 19 febbraio 2019

                                                                                                                             Il Portavoce

                                                                                                              (dott. Michele Princigallo)

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