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Ha aperto a Bologna, “La Confraternita dell’uva”, libreria-wine bar. Progetto realizzato da un ragazzo di San Severo e uno di Foggia. La storia.

È stata inaugurata il 16 dicembre, a Bologna, “La Confraternita dell’uva”: libreria, caffetteria; wine bar; corner shop e altro, che verrà detto da Antonio Ciavarella, di San Severo, e Giorgio Santangelo di Foggia. Due ragazzi che hanno investito e creduto in questo progetto. Ciavarella, 28 anni, ha studiato giurisprudenza a Camerino, trasferendosi in seguito a Bologna per un master in “Food & Wine Management” alla Bologna Bussiness School. Ha vissuto a Cadice (Spagna), come studente Erasmus. Santangelo, 26 anni, lettore insaziabile (ha i libri nel suo patrimonio genetico) si trasferisce nel 2010 a Bologna a studiare Lettere. Durante gli anni universitari è stato studente anche a Gent (Belgio), Bruxelles e Barcellona. Nelle ultime due città ha fatto stage come libraio presso “Piolalibri” e “Le Nuvole”, due librerie di italiani emigrati all’estero. La prima delle due è una libreria-osteria, un po’ la realizzazione di quel percorso che i due giovani stanno iniziando a percorrere (Piola, in piemontese significa osteria, ndr). Fatale, nel senso buono per entrambi, è stata Bologna “La dotta” luogo in cui si sono incontrati e dopo vario momenti, hanno deciso di aprire “La Confraternita dell’uva”, che si fa portavoce del “made in Capitanata”, con tutti i prodotti eccellenti dell’enogastronomia della Daunia: dal caciocavallo podolico, al prosciutto di Faeto; dai vini, come il nero di Troia, agli spumanti di San Severo; non trascurando i dolci, l’olio extravergine di oliva, e tanto altro. Ma l’idea? “L’estate scorsa, durante il mio periodo barcellonese, dopo aver già lasciato definitivamente Bologna – ha rivelato Giorgio Santangelo – Antonio mi ha telefonato per chiedermi come stava andando in Spagna. Sapeva che il mio (difficile) sogno era quello di realizzare, da qualche parte, una libreria-caffetteria. Mi ha proposto, quindi, di unirmi a lui, voglioso di aprire a Bologna un wine bar specializzato in enogastronomia pugliese. Conquistato dalla sua passione, ho deciso di tornare e darmi da fare”. Sul “quid” della scelta della città e del progetto, ancora Giorgio Santangelo: “La scelta di Bologna è stata dettata dalla voglia di Antonio Ciavarella, di continuare a vivere lì, considerandola terreno fertile per un’attività del genere, commistione di due culture altrettanto valide come libri e vini. Io, conoscendola e avendoci vissuto per quasi sei anni, per via degli studi, ho accettato senza pensarci. La nota amara del tutto, purtroppo è che un tipo di attività del genere a Foggia o in provincia non sarebbe stata premiata abbastanza e (parlo a nome mio, da sempre strenuo oppositore di tutte le mafie e prepotenze) il timore di estorsione, piaga della nostra terra, mi fa molta paura, al punto di non sapere se avessi mai avuto il coraggio necessario di realizzare qualcosa di simile a casa mia. Siamo tra i pochi che non ‘sputano nel piatto in cui mangiano’ e parlano male del luogo in cui abbiamo le radici: ma, purtroppo, è questa la realtà”. Antonio Ciavarella, che ha anteposto la cultura enogastronomica, a quella dei “codici”, descrive il leitmotiv del progetto: “Gli obiettivi che ci poniamo, e motivo per il quale ci siamo dati all’imprenditoria, sono essenzialmente: vivere felici grazie alle nostre passioni e trasmetterle ai nostri avventori. Letteratura, musica, cinema, buon cibo, vino eccellente e Puglia amara e bella, come cantava Domenico Modugno in: ‘Amara Terra Mia’. Aver viaggiato molto, porta a interiorizzare le radici e a far sì che queste possano sradicarsi per impiantarsi facilmente altrove, portando, però, tutta la sapienza e la bellezza del terreno nel quale erano conficcate in precedenza”. Le conclusioni di Ciavarella e Santangelo: “Aprire una libreria è stato l’inizio di un nuovo viaggio intrapreso dopo vari precedenti fatti di relazioni, di luoghi e volti ormai lontani. Prima di aprire, tanta bella gente ci ha fatto appassionare a quello che ora facciamo. Ci ha insegnato a dare il massimo e a ‘venderci l’anima’. Ci sentiamo molto fortunati perché questa ‘gente speciale’ crede in noi e ci dà fiducia. Ringraziamo con tutto il cuore le librerie ‘Piolalibri’ di Bruxelles e ‘Le Nuvole’ di Barcellona per l’affetto e la promozione che ci fanno”. I riscontri sono subito positivi e ai due ragazzi, il lavoro non manca (e non mancherà), anche perché a Bologna si vive meglio, malgrado sia un’area metropolitana, c’è meno stress e c’è più spazio (oltre che attenzione) per le attività culturali, come “La Confraternita dell’uva”, luogo frequentato da tanti giovani, in cui si coniuga la cultura, rappresentata nelle forme della lettura, del buon vino e dei prodotti enogastronomici di qualità. Essa è dedicata allo scrittore John Fante, dal quale prende il nome di uno dei suoi romanzi più belli”.
Beniamino PASCALE

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