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LA FESTA DEL SOCCORSO 2018 Con i tanti amici invitati tra batterie, torcinelli e passeggio

La Festa del 2018 si preannuncia in una sua essenzialità che potremmo definire tradizionale. I diversi rioni si sono infatti organizzati già da tempo predisponendo magnifiche e lunghe batterie, mentre ristoranti, pizzerie e macellerie stanno già pensando a come sistemare i tavoli esterni per i torcinelli e i panini. Sì, la Festa del Soccorso è tradizionalmente innanzitutto  questo. Con le processioni che diventano le occasioni  per giorni di fragorosa spensieratezza che coinvolge non soltanto la Città ma tutti coloro che arrivano da ogni parte, d’Italia e del mondo.

Altre cose, vestizioni di statue o altro, sono cose pubbliche degli ultimi anni, da quando sui social si cerca di dare rilievo anche al miagolio di un gatto di strada. Prima avveniva tutto ordinariamente, senza enfasi.  E poi i consueti  addobbi in Cattedrale e le luminarie, che forse hanno ancora un senso per il Centro Storico, piazza Cattedrale e piazza Incoronazione, in quanto, fortunatamente, rispetto a cinquant’anni fa, la Città oggi è ben illuminata e quindi sarebbe sufficiente conservare il segno della Festa con l’illuminazione accanto alla Chiesa di S. Agostino (Santuario della Madonna del Soccorso) e alla Cattedrale, con le  adiacenti via Soccorso e via Recca.

Ci aspettiamo quindi una Festa “asciutta” cioè bella nella sua essenzialità tradizionale, caratterizzata dalle grandi batterie incendiate lungo le processioni dai quartieri, nel senso tecnico, cioè delle micce rese ancor più secche e esplosive dal caldo, altra caratteristica della Festa, anche se in alcun anni abbiamo dovuto fare i conti con la pioggia.

Una festa da vivere in jeans, tra la gente e con gli amici, soprattutto con quelli che si incontrano una volta all’anno, puntualmente, nei pressi dell’accensione du’ prim’ foch’. Sono momenti davvero emozionanti; tanti compagni di scuola, amici che lavorano e hanno famiglie fuori, l’ascolto di tante storie liete e tristi, i cui racconti proseguono…sino a quando si innesca u’ fnel’..e bisogna in fretta distaccarsi per darsi appuntamento..alla batteria successiva.

Tra migliaia di divertenti episodi molti ricordano che un anno, prima della grande batteria di via Zingari, quindi il lunedì (n.d.r. per gli smemorati), si ritrovarono sotto i filari il caro Giggino Minischetti (doppia g d’obbligo..) e l’indimenticabile sindaco Giuliani, un po’ più prudente del Collega democristiano.., che discutevano con molta enfasi di politica. Iniziò la batteria, diventava più veloce e..chiacchieravano ancora, avvolti dal fumo; a un certo punto la batteria cominciò ad avere un ritmo sostenuto, e Giuliani faceva segno a Minischetti come per dire “parliamo dopo”, ma Giggino afferrò il braccio del Sindaco che…avrebbe voluto ripararsi in una traversa. E mentre tutto ciò accadeva sopravanzò velocemente il finale e, del tutto casualmente, pur travolti, tutti riuscirono a salvarsi.. dalla folla e dalle fiamme: quasi per miracolo!

Ecco, la Festa del Soccorso è questa: folla, confusione magna, una preghiera veloce, batterie-fuochi, torcinelli, giostre, bande.

E poi, lo sappiamo tutti, ogni sanseverese non ha bisogno di recitare grandi preghiere alla Madonna del Soccorso, gli basta un sospiro di affidamento incrociando anche a distanza il suo inconfondibile sguardo con il segno della croce e una veloce Ave Maria (stanno per accendere la rotella d’inizio batteria…), per chiedere salute, prosperità, protezione e aiuto.

Antonio Russi

 

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