Comunicati

L’IMPOVERIMENTO DEI LICEI È CONSEGUENZADI UNA SCUOLA CHE HA PERSO I SUOI VALORI

di GIUSEPPE RUSSI

Capita sempre più spesso di incontrare genitori che si lamentano della perdita di “classe” dei licei. Capita anche di ascoltare alunni che riducono la valutazione dei licei allo status sociale di appartenenza o alla convinzione che un diploma conseguito in un liceo “vale” più di altri. Siamo sicuramente lontani da tutto ciò che i licei hanno significato e rappresentato per i liceali fino agli anni settanta. Una lettera firmata e pubblicata su “la Repubblica” nel 2016 ci offre l’occasione per riflettere su questo argomento. ”Frequento il liceo classico e mi accorgo che si sta attuando una soppressione della creatività, del pensiero, una mortificazione dell’originalità e una esaltazione del conformismo. Ridotto a macchina mi è imposto l’apprendimento di materie delle quali non sono innamorato… Del mio sentire, delle mie emozioni, dei miei pensieri e spunti intellettuali nessuno si interessa nell’ambiente scolastico, dicono che non c’è tempo, che c’è da finire il programma…(NIKOLA YOUNG)”. Superflui ogni commento o interpretazione a quanto esposto nella lettera. Ci sembra invece importante ricercare alcune delle cause di quello che nel tempo ha determinato una sorta di declassamento dei licei e della scuola nel suo insieme. Una prima causa è certamente la scarsa attenzione al valore formativo delle discipline umanistiche e la conseguente cura dimagrante dello studio dei classici, fino ad arrivare alla cancellazione di insegnamenti strettamente legati alla cultura greco-latina. A tal proposito ricordiamo la scomparsa dell’insegnamento obbligatorio del latino nella scuola media e i goffi tentativi di sostituirlo con “corsi” opzionali della durata di poche ore e la riduzione dello studio dei testi classici a pochi brani e pochi versi. Eppure finanche nei migliori college americani e in Russia si studiano le lingue classiche, soprattutto il latino. La nostra è una scuola vittima delle angherie e dei baratti del mondo politico che hanno usato come merce di scambio anche la cultura umanistica. Un’altra causa è da individuare nella proliferazione delle immissioni in ruolo “opelegis” e dei corsi abilitanti organizzati su criteri e misure sindacali al posto di percorsi formativi e selettivi, funzionali agli accertati bisogni della scuola e nel rispetto delle peculiarità epistemologiche delle discipline di insegnamento. Basti pensare che molte cattedre di insegnamento hanno titolari che poco o nulla hanno da condividere con gli insegnamenti impartiti in rapporto al percorso di laurea. Una ulteriore causa di questo depotenziamento dei licei è dovuto ai numerosi tentativi di sperimentazione che hanno invaso i nostri istituti; sperimentazioni che hanno indebolito la struttura formativa propria dei licei, spingendo gli alunni a scelte non giustificate da percorsi di apprendimento propedeutici e necessari per rafforzare i ”curricula”, ma il più delle volte per aggirare ostacoli e difficoltà nel conseguire risultati in alcune discipline. Si assiste così ad una continua e progressiva perdita di identità e specificità dei licei. Si pensa che la frammentazione del sapere equivalga ad un accrescimento di conoscenze e competenze. A tutto ciò va aggiunto l’invasione di tecnologie e tecniche sperimentali di insegnamento che distraggono e disorientano gli alunni, costretti a inseguire algoritmi non in sintonia con le strutture mentali. L’impoverimento dei licei è anche conseguenza di una scuola che ha lasciato per strada valori e saperi, patrimonio dell’umanità e pilastri della nostra cultura, in cambio di standard culturali propri di una società che si nutre di sottoprodotti e di surrogati. Alla scuola e soprattutto ai licei spetta il compito di difendere la nostra ricca tradizione culturale. Alla scuola il compito di sviluppare quelle capacità e quelle esperienze che nessuna tecnologia può insegnare. In modo particolare l’apprendimento sistematico del sapere, l’interpretazione, la critica, la metodologia dell’apprendimento e del pensiero. Questa nostra società ha bisogno di una scuola adulta, forte, ricca, competitiva, capace di proporsi come vera alternativa alle mediocrità dilaganti e alle diverse forme di analfabetismo che ci governano.

 

 

 

 

 

Altri articoli

Pulsante per tornare all'inizio