Festa del SoccorsoIn evidenzaPrima pagina

“Sanseverese è chi rischia..”

Ormai è noto a tutti che la nostra cara città in questi ultimi giorni è sprofondata in una vera e propria tragedia collettiva; la Festa del Soccorso, che doveva essere un momento di festa e di preghiera per la popolazione tutta, si è caratterizzata di momenti che la rendono tutt’altro che indimenticabile.

D’altronde fa parte della nostra natura correre questo rischio: possiamo dire senza alcuna paura che la Festa del Soccorso è la festa di chi rischia, di chi studia o lavora fuori e fa i salti mortali per stare qui la terza domenica di maggio; è la festa di chi, correndo dietro alle batterie, cerca di mandare in fumo i propri problemi, cerca di uscire da quell’ammasso di nebuloso che è diventata la vita di chi sta al sud.

 I fuochi, per noi, non sono un semplice battere le mani dopo il finale, sono una liturgia collettiva, una catarsi, sono il sudore e il lavoro di chi rischia in prima persona, sono il motivo delle nostre ferie a maggio, sono un punto d’incontro per due timidi innamorati, un omaggio rumoroso alla Madonna che passa,sono la scusa per darsi la mano tra la folla e dirsi “fidati di me”.

A noi sanseveresi la vita piace così, sul filo del rasoio.

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