Cultura

Soccorritori: quando è il cuore a scavare prima delle mani

di LuciaPiccino

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Nella notte tra il 18 e 19 Gennaio a Farindola piccola frazione in provincia di Pescara in Abruzzo, l’Hotel Rigopiano viene travolto da una valanga. Un resort situato sul Gran Sasso che in quei giorni ospitava 36 persone in tutto, tra cui quattro bambini. Da giorni in quella zona nevicava ininterrottamente, formandosi più di tre metri di neve attorno all’hotel. Una zona, che da mesi è sollecitata dalle continue scosse in tutta l’Italia centrale, da Agosto l’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ne conta almeno 47 mila, tra queste, due fatali che hanno causato la slavina spostando l’Hotel Rigopiano di alcuni metri e coprendolo quasi del tutto.

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Una combinazione fatale quella delle ultime scosse alle ore 11.14 di magnitudo 5.5 e alle ore 11.25 di magnitudo 5.4, e la tanta neve scesa, che a causa delle forti scosse di terremoto si carica di detriti e rocce dal bosco circostante e forma una valanga che travolge l’Hotel Rigopiano e capovolgendo le auto che erano parcheggiate nei pressi del resort.

I clienti dell’Hotel, spaventati per le continue scosse e l’ultima delle 14:33, altro colpo grosso, magnitudo 5, decidono di partire in anticipo ed abbandonare il resort. Alcuni hanno provato a lasciare il posto ma la stradina che porta in città era bloccata dalla neve e lo spazzaneve sarebbe arrivato solo nel tardo pomeriggio e poi rinviato in serata verso le 19:00 del 18 Gennaio.

Sono le 17:30 quando arriva l’allarme ai soccorsi dalla zona colpita che avvisa di una valanga che ha travolto tutto. Da qui, partono i soccorsi, i primi ad arrivare sul posto sono gli uomini del soccorso alpino del Cai e della Guardia di finanza, giunti sugli scii per poter soccorrere coloro che erano rimasti fuori all’hotel e scampati alla tragedia. La situazione si mostra subito grave, non si sentono voci e si teme il peggio. Tra la neve si sono incamminati anche i soccorritori del 118 ed i volontari della Croce Rossa Italiana, cercando di arrivare a piedi o sugli scii all’Hotel e aiutare gli uomini del Soccorso alpino e dei Vigili del fuoco. In netto ritardo l’arrivo della turbina spazzaneve da Rieti nell’Aquilano che ci ha impiegato diverse ore per arrivare nel Pescarese.

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A quattro giorni dalla tragedia, dopo il duro lavoro che stanno svolgendo le forze dell’ordine senza sosta, senza mai arrendersi, si arriva ad un bilancio del disastro che è di undici sopravvissuti, nove dei quali estratti dalle macerie e sei vittime. Ci sono ancora una ventina di dispersi ma attualmente si spera ancora di poter trovare tutti nel più breve tempo possibile, per la preoccupazione di tutti i soccorritori per il rischio valanghe che è stato emanato dalla stazione meteorologica.

Nel frattempo continuano le ricerche su due fronti opposti. Da una parte ci sono i vigili del fuoco che cercano di aprire dei varchi all’interno della struttura, stesso percorso che ha permesso il salvataggio dei nove superstiti. Dalla parte parallela invece stanno lavorando sul fronte nevoso esterno per aprire varchi che portano direttamente ai locali interni alla struttura. In questo duro lavoro di queste ore per ulteriore rischio valanghe i soccorritori si sono muniti di un “radar doppler” che controlla i movimenti della montagna e far si che i soccorritori possano lavorare con estrema sicurezza e monitoraggio. Se dovesse muoversi una roccia o una massa di neve, il radar emetterebbe un segnale acustico e luminoso per dar modo ai soccorsi di correre al riparo, all’incirca un minuto di tempo.

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Una notte gelida, diversa dalle altre, la neve non cessa di calare giù e creare un enorme tappeto bianco, come se fosse stato messo davanti a me per ostacolare la mia visione all’esterno, per non farmi vedere cosa c’è dall’altra parte del paese, per tenermi fermo e lontano dai rumori , gli stessi che piano piano sentivo arrivare da lontano…  forse sono i suoni degli alberi che si muovono al vento, forse sono le gocce di acqua che cadono dalle foglie, oppure un richiamo della natura che mi circonda per coprirmi di forza e di coraggio per uscire da queste mura e lasciarmi scivolare da quel tappeto bianco, velocemente, come per magia, senza trappole ed intoppi,  freddo e neve sul viso e sentire sempre più vicine a me quelle voci, quei rumori, che chiedono il mio aiuto. 

Non mi importa se questa notte impegnerà tutte le mie energie per cercare di portare la vita fuori da questa trappola, come in una favola… avere dei poteri straordinari per poter aiutare e portare in salvo coloro che sono chiusi in un castello, imprigionati da un male che ha agito alle loro spalle, senza lottare alla pari, facile così mia cara traditrice dal colore soffice! dal colore puro , pallido, si, sei tu neve… quale incantesimo ti è stato fatto per tanto male causato ai tuoi visitatori ed ospiti del villaggio?

Neve che tormenta una gelida notte, impaurisce i volti e crea disperazione, tu che sei il sogno di ogni bambino la notte di natale, la visione perfetta di una famiglia intera che ti ammira dalla finestra, tu che sei la passione e la gioia per il tuo saperti far scivolare da piccoli e adulti, senza età, senza limiti di tempo, sei sempre quel fiocco perfetto ad ogni speranza e per ogni traguardo, la cima di una montagna… lì, ti troviamo resistente e forte, ma questa volta sei stata la trappola mortale per tutti noi, per tutti i bimbi e i loro genitori, che non sono riusciti a scappare alla tua furia e hanno perso la vita per colpa della tua troppa violenza… dovevi fermarti prima! ora cosa racconteremo ai bimbi? che sei stata tu a distruggere i loro occhi luminosi e vispi…? che prima insieme ai loro genitori giocavano con te, mentre adesso, sono io che devo tirarli fuori dalle tue prese forti e dal tuo freddo…rischiando la vita e piangendo gelide sfere trasparenti, che calano sul tuo mantello nevoso….raccogli adesso le nostre lacrime e vai via…! Lascia spazi per poter uscire e poter portare in salvo coloro che lottano per un respiro in più nutrendosi della loro stessa nemica, ma tenendosi in salvo… senza perdere la speranza. 

Magari potremmo spiegare ai bambini che tu sei fonte di gioia e di tristezza…che hai steso il tuo famoso tappeto bianco per poter portare gli adulti in un lungo viaggio, in un’altra favola, dove si potrà giocare con te, che sei soffice e come per magia… raccoglierti in una bottiglia, solo che invece di approdare in riva ad una foce, su una scogliera, arrivare a destinazione, l’unica vera destinazione… sulla mano di un bambino, indolore, magari anche profumata con degli odori nuovi,  gli odori del cielo che ti porteranno dai tuoi cari ogni volta che guarderai in alto e giù la neve… loro giocano come te, nella neve, che mai si scioglie.

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