Comunicati

Sulla SS.16, un intervento dell’ex presidente del “Comitato per la sicurezza stradale”, chiarisce anche le potenziali responsabilità del gestore e/o proprietario della strada

Lo scorso fine settimana è stato costellato da lutti e incidenti avvenuti sulla SS.16 (la lunga lama d’asfalto che parte dal Veneto e arriva in Puglia) nel tratto che collega Lesina a Chieuti, facendo allungare il triste elenco delle persone che hanno perso la vita lungo la “strada della morte” (solo una carreggiata nei previsti sensi di marcia, così come il solo binario che c’è nel barese) nel tratto in cui manca il raddoppio della carreggiata: Foggia – San Severo – Termoli. Qualcosa, su questo versante sembra muoversi ma, come dichiarava, il presidente del Movimento Consumatori, Bruno Maizzi: “A oggi non è stato consegnato alcun progetto di raddoppio. C’è solo un impegno dall’Anas per la messa in sicurezza del tratto Foggia-Termoli. Dopo anni di lotta e tanti eventi luttuosi, i provvedimenti sono rimasti sulla carta”. Sulla questione, era invenuto anche l’ex presidente del “Comitato ‘Paglierini’ per la sicurezza stradale”, Luigi Ciannilli: “La media dei morti in provincia di Foggia è superiore a quella della provincia di Napoli, riferita numero di abitanti. Certamente c’è chi preme troppo il piede sull’acceleratore, ma ci sono dei tratti della SS.16 che vanno necessariamente messi in sicurezza. Inoltre, come riportato anche dal Sole 24 ore: ‘Con la circolare n. 300/A/3197/16/101/20/21/1 del 05/05/2016 il Ministero dell’Interno ha chiarito che l’omicidio stradale può configurarsi anche se il responsabile dell’evento non è una persona alla guida di un veicolo, bensì coloro i quali che hanno la funzione di garantire la sicurezza in tema di circolazione stradale. Pertanto, gli enti proprietari delle strade, per evitare di incorrere nel reato colposo di omicidio stradale, devono assicurare la piena manutenzione e la massima sicurezza affinché non si verifichino incidenti’. Il fatto strano, in Italia, è il ‘Codice della Strada’ non prevede sanzioni per il gestore”. Una sentenza della Corte di Cassazione (Corte di Cassazione, IV Sezione Penale, sentenza del 29 marzo 2016, n. 17010) porta nuova luce interpretativa alla portata delle responsabilità degli Enti proprietari o gestori delle strade pubbliche, e fa il paio, anche, alla recente Circolare del Ministero dell’Interno che segnala la peculiare attenzione che detti enti devono avere nel rispetto delle norme del Codice della Strada, pena l’estensione delle responsabilità addebitate ai conducenti dei veicoli.
Beniamino PASCALE

Altri articoli

Pulsante per tornare all'inizio