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Ugl Foggia su autonomo e ‘smart working’: “Categoria già penalizzata da peso recessione, compromessa da aspetti critici del ddl”

All’indomani dell’audizione alla Camera dei Deputati dei rappresentanti delle associazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal e Usb) sul disegno di legge n. 2233, recante le “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”, l’Unione Territoriale Foggia si esprime in merito ai riflessi occupazionali “che si potrebbero avere in Capitanata su una categoria sempre più penalizzata e colpita bruscamente anche dal peso della recessione. A livello provinciale – osserva il Segretario provinciale, Gabriele Taranto – la lieve ripresa dei livelli occupazionali tra i lavoratori autonomi registrata, nel 2015 rispetto al 2014 (48.370 e 43.432 componente autonoma su dataset Istat, 2016), non regge la comparazione quinquennale dove risulta evidente il generalizzato calo occupazionale complessivo, ben oltre il punto e mezzo percentuale registrato da Istat nell’ultimo trimestre del 2016. Ci troviamo assolutamente in linea –  spiega il sindacalista – con i tratti critici e i punti deboli evidenziati nel testo normativo dal segretario confederale Fiovo Bitti. Per il sindacalista, infatti, “sono diversi gli elementi da recuperare o da rafforzare. Innanzitutto, ribadiamo la necessità di istituire un tavolo tecnico con le parti sociali sul lavoro autonomo per affrontare quegli aspetti – dall’aliquota previdenziale all’ammontare della pensione, dalla tassazione al sostegno al reddito nei casi di disoccupazione -, sui quali si pone la maggiore attenzione da parte dei lavoratori autonomi, in particolare in regime di ‘mono-committenza’. Occorre, inoltre – puntualizza Bitti – approfondire i temi della salute e sicurezza dei lavoratori autonomi e dell’impiego di lavoratori con disabilità in modalità agile; recuperare l’articolo 17 del testo originario sugli obblighi di protezione dei dati, di custodia e di riservatezza in capo al datore di lavoro che impiega lavoratori ‘in modalità agile’; introdurre un doveroso richiamo al ruolo della contrattazione collettiva, attraverso la quale è possibile stabilire ulteriori agevolazioni per i lavoratori ‘smart working’”. “Negli ultimi mesi – aggiunge Taranto – è stato fatto notare in più occasioni, nel corso di incontri interlocutori con le istituzioni, e tavoli riuniti con i corpi sociali intermedi, tutta una serie di problematiche che sarebbero esplose intorno alla categoria, alla luce della stretta sulle collaborazioni coordinate e continuative disposta con il decreto legislativo 81/2015. Il dubbio –prosegue il segretario – è che sia stato sottostimato l’allargamento della zona grigia composta da generazioni di giovani e over 35enni che hanno pagato a caro prezzo i lunghi anni della depressione economica. Secondo dati Istat del 2008, il tasso di occupazione di chi aveva meno di 35 anni era sceso di 10 punti percentuali. Un’intera generazione polverizzata che oggi, a distanza di meno di 8-9 anni, non trova un inquadramento contrattuale omogeneo e stabile, è costretta a ‘tariffe’ retributive di gran lunga inferiori ai periodi pre-crisi, pur lavorando di più e meglio all’interno di un contesto normativo incerto e mutevole. Come, infine, ricordato dal Segretario nazionale Ugl – Partite Iva, Claudio Durigon – conclude – il ddl non affronta in modo specifico problematiche come la piena cumulabilità dei versamenti fra le diverse gestioni, a partire da quella separata; la corresponsione di un compenso equo; la risoluzione delle controversie di lavoro e la riqualificazione professionale”.

Segreteria provinciale Ugl Foggia

Foggia, 11 gennaio 2017

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