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Un sanseverese alla guida dello Gżira United; storie di quanti ce l’hanno fatta…

di Ciro Mancino

Se, a soli 29 anni, alleni una squadra nella Premier League Maltese (la nostra Seria A) dopo un anno negli Stati Uniti e altri tre anni in Canada, vuol dire che sei bravo ed allo stesso tempo molto coraggioso. Stiamo parlando di Giuseppe Cristaldi, allenatore dello Gżira United. La squadra del sanseverese, attualmente, é la capolista con due vittorie su due. Conosciamolo meglio:

Da San Severo a Malta, il passo è breve. Come è stato possibile ciò? Raccontaci, brevemente, la tua esperienza da allenatore.

Un po’ meno breve se si considera che prima di questa avventura maltese ho trascorso 4 anni allenando in Nord America: prima un anno negli Stati Uniti, precisamente a Seattle, e successivamente tre anni in Canada. Sono partito alla volta degli States come responsabile di un progetto tecnico per l’Empoli FC, e da lì ho ricevuto la proposta di restare. L’anno scorso, poi, la decisione di tornare in Europa e l’offerta da Malta degli Sliema Wanderers, prima di passare allo Gzira United con il quale ho fatto il mio debutto come allenatore nella Premier League Maltese (la massima divisione) a soli 29 anni. Una cosa impensabile in Italia, dove si è ritenuti “giovani” per allenare in categorie come Eccellenza o serie D, mentre qui ho modo di lavorare con calciatori che militano o hanno militato in nazionali o campionati importanti, come Diamoutene (ex difensore della Roma e capitano del Lecce), Zome (nazionale camerunense) ed altri nomi noti a chi segue il calcio internazionale.

Gli esperti confermano che la Serie A è un Campionato molto competitivo vista la presenza di squadre ben attrezzare sotto ogni punto di vista. E’ così anche per quello maltese?

La Premier League Maltese può essere paragonata come livello tecnico generale alla nostra Serie C, ma ci sono quattro/cinque squadre che potrebbero tranquillamente competere con quelle di B. Basti pensare che nei turni preliminari di Champions League o Europa League le sfide contro club stranieri blasonati sono spesso abbastanza equilibrate. Ad esempio quest’anno Valletta ha ceduto agli olandesi dell’Utrecht per 3-1 solo nei minuti finali della gara di ritorno dopo aver pareggiato l’andata 0-0.

E se, grazie alle prestazioni positive della tua squadra, arrivasse una chiamata dalle società di A o B…?

La chiamata di una squadra italiana farebbe piacere ovviamente, ma ora come ora, sarebbe utopia.

Perché il talento di numerosi sanseveresi, ognuno nel proprio ambito, è riconosciuto più all’estero che in Italia? Cosa c’è che non va?

Purtroppo tutti conoscono le problematiche che affliggono molte aree, soprattutto del Sud Italia e questo spinge i ragazzi giovani a cercare altrove, specialmente all’estero, opportunità lavorative e di vita. Mi auguro che le cose possano cambiare.

Allenare una squadra che milita nella prima serie maltese è sicuramente motivo d’orgoglio. La sensazione è che tranne i tuoi amici, una notizia di tale portata in città non sembra aver avuto risalto. Per quale motivo secondo te?  

Sinceramente, non ci penso. Io mi preoccupo semplicemente di fare al meglio il mio mestiere per provare ad arrivare il più lontano possibile.

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