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PER UNO STATO PIÙ VICINO AL SUO POPOLO?

Dallo scorso 17 novembre la Francia del Presidente Macron è al centro della scena internazionale per la rivolta dei c.d. “gilet jaunes” (dal nome dei comuni giubbotti catarifrangenti indossati dai manifestanti), un movimento di protesta, sorto sul web e diffusosi tramite i social network, contro l’aumento delle accise su benzina e diesel imposto dal governo francese per diminuire le emissioni di CO2. Ciò ha messo in difficoltà migliaia di persone appartenenti ai ceti meno abbienti, gente dedita al lavoro che ora si vede ulteriormente vessata da uno Stato, le cui istituzioni sono sempre meno rappresentative del popolo.

Il prezzo elevato del carburante è stato, dunque, solo il pretesto per scendere in campo: salari molto bassi, disoccupazione, assenza di servizi pubblici efficienti, austerità ecc… in particolare in alcune zone del sud della Francia, hanno contribuito a far sì che gli attivisti ponessero in essere più di 2000 blocchi stradali al fine di richiamare l’attenzione sulla questione e di gridare a gran voce il proprio “no” contro una politica incapace di farsi voce delle esigenze del popolo.

Ma questa situazione non è una prerogativa francese, poiché riguarda anche altri Paesi (anche in Belgio, ad esempio, si sono avute delle proteste simili).

Riprendendo la concezione filosofico-politica contrattualistica, secondo cui lo Stato nasce da un “contratto sociale” che implica precisi obblighi tra governanti e governati, ci si chiede: oggi più che mai, dove sono le garanzie che uno Stato dovrebbe offrire agli individui che la costituiscono e che si affidano ad essa per vedere riconosciuti i propri diritti e per godere di una maggiore tranquillità e sicurezza sociale?

Bisogna pertanto porre particolare attenzione a questi episodi di mobilitazione più che legittimi, cercando di non ignorare quelli che sono veri e propri “campanelli di allarme” che risuonano nelle comunità. Occorre rivalutare la funzione dello Stato quale istituzione al servizio del popolo, per evitare che il “contratto sociale” venga violato, soprattutto nel nostro amato Sud spesso dimenticato dallo Stato, altrimenti la resistenza e la ribellione diventano un diritto, oltre che un dovere!

Miriana Leone – Gioventù Nazionale

Dante Scarlato – Gioventù Nazionale

Michele Bentivoglio – Gioventù Nazionale

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