Emissioni sonore: Gli esercenti devono vigilare affinché i rumori del locale, musica compresa, non siano uditi all’esterno.
La legge sulle emissioni sonore divide il territorio in 6 classi, dalle zone residenziali fino a quelle adibite ad attività industriali. I limiti massimi previsti di immissioni non devono superare i 60-65 decibel (1), vale a dire il rumore della voce umana o di un’auto silenziosa (2).
Questi limiti si abbassano se il PE (pubblico esercizio) è nelle vicinanze di siti sensibili, come Ospedali o Case di Riposo (classe I, aree particolarmente protette).(1).
Gli esercenti devono vigilare affinché i rumori del locale, musica compresa, non siano uditi all’esterno. Nel caso lo fossero, devono mettere in atto tutto gli accorgimenti per evitarlo.
La legge impone di cessare l’intrattenimento o l’eventuale spettacolo alle 24 – nei prefestivi mezz’ora più tardi (la normativa Nazionale parla delle 22).
Come mai con queste leggi i locali notturni riescono ad avere i permessi sia per l’esercizio che per eventuali spettacoli dal vivo?A chi tocca verificare il rispetto di questi parametri?
“Sono di competenza dello Stato (…) la determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante o di pubblico spettacolo” (Legge n. 179 del 13/07/2002) (1).
“Lefunzioni di controllo e di vigilanza del rispetto dei valori limite vigenti in ambiente di vita sono attribuite dall’art. 14 della l.r. 20/2009 ai Comuni e, in generale, agli Organi di Polizia Giudiziaria, che si avvalgono della collaborazione tecnica dell’ARPA.(3).
Quindi i responsabili comunali non dovrebbero accettare passivamente la DIA (Dichiarazione Inizio Attività) ma controllare che quanto dichiarato sia vero. Sia prima che durante l’attività. Soprattutto se lo stesso comune che ha dato i permessi diffida il PE. Come nel mio caso (Figura 1).
Con questa lettera vorrei informare sia le vittime dei locali notturni che l’opinione pubblica circa la normativa vigente sulla materia perché le leggi infrante sono talmente tante!
La più importante è quella che impone che dopo la mezzanotte non si possono servire alcolici. Se questa legge non bastasse – ma basterebbe, altro che se basterebbe: già da sola prevede sanzioni pesantissime, fino alla chiusura del PE, qualora recidivo – si può controllare se il locale è in regola con la legge per servire alcolici:l’esercente deve offrire al cliente, gratis su richiesta, la possibilità di misurare il proprio tasso alcolemico, per sapere se può guidare o no.
Si può controllare se vengono emessi gli scontrini fiscali per ogni consumazione;anche in questo caso oltre alla sanzione pecuniaria ci può essere la chiusura dell’esercizio per 15 giorni. Se i clienti stazionano all’esterno, sono esposti ad essere sanzionati per schiamazzi notturni,inevitabili se c’è folla e per parlarsi bisogna gridare. Basterebbe che venga sanzionato un (dico uno solo) cliente per dare un segnale “educativo” a tutta la comunità (forse non solo a quella locale): lo Stato non è latitante, le forze dell’Ordine vigilano sul rispetto delle leggi!
Basterebbe che ognuno faccia il proprio dovere: se le autorità svolgessero preventivamente i dovuti controlli, molti di questi esercizi non aprirebbero proprio; se le forze dell’ordine quando intervengono non si limitano a far abbassare –momentaneamente!- la musica ma elevano le sanzioni per ogni reato di cui sono testimoni (evitando di incorrere nell’omessa denuncia o nell’evasione di atti d’ufficio) avremmo una prassi a costo zero con una resa inestimabile: meno denunce e querelle, ma, soprattutto, meno processi.
(1): http://www.crbnet.it/FisicaTecnica/didattica/lezioni/fisica_tecnica_Nicolini/Normativa_Rumore.pdf
(3): http://www.arpa.vda.it/it/domande-frequenti
Figura 1: Diffida del Comune di San Severo