Comunicati

Una cattiva abitudine da correggere

Riceviamo e pubblichiamo:

Gentilissima redazione di lagazzettadisansevero,
sono Giusy P, mamma di una bimba affetta da una grave patologia congenita, già sottoposta a vari interventi chirurgici.
Alcuni giorni fa mi sono recata presso l’ambulatorio della Pediatra di base scelta per assistere mia figlia.
Erano le 10.30.
L’orario delle visite è dalle 8.30 alle 11.30.
Al momento del mio ingresso c’era una mamma con sua figlia piccola febbricitante (per cui ha la precedenza di ingresso) e un informatore farmaceutico.
Di regola, almeno presso l’ambulatorio della nostra pediatra,
gli informatori possono accedere previo appuntamento telefonico ed esclusivamente al di fuori degli orari delle visite (salvo non ci sia nessun paziente da visitare e se la Pediatra concede il suo ingresso nello studio).
Anche se non dovevo, ho chiesto gentilmente all’informatore farmaceutico, se potevo passare avanti, considerando che, lasciando mia figlia a casa, dovevo semplicemente chiedere, anche se in urgenza, una ricetta per delle medicine salvavita, visto che nel fine settimana erano finite e il lunedi mi sono subito recata dalla pediatra per ovviare al problema.
Ebbene, l’informatore farmaceutico mi risponde: “visto che tua figlia è a casa, aspetta il tuo turno perchè io sto lavorando e non devo aspettare i tuoi comodi e la voglia di passare avanti a chi ti sta prima”.
Bene.
Siccome se stiamo sempre in silenzio non otteniamo mai nulla e non facciamo rispettare i nostri diritti, è giunto il caso di fare alcuni chiarimenti.
Il presidente dei medici di base (di famiglia e pediatri) ha chiarito nella trasmissione Porta a Porta di alcuni mesi fa che i medici di base, inclusi i Pediatri, hanno il dovere (e sono pagati anche per questo) di recarsi presso le abitazioni dei pazienti per visitarli quando sono ammalati.
Pertanto la mamma (e tutte le mamme) che si è recata in ambulatorio portando la figlia con febbre alta e vomito, ha commesso un grave errore perchè ha corso seriamente il rischio di trasformare una banale infezione tipica stagionale, in una bronco-polmonite o polmonite vera e propria.
Inoltre, le mamme dovrebbero sapere che, a parte qualche caso particolare, ogni stagione è caratterizzata dalle sue malattie tipiche, quindi il pediatra già sa come comportarsi di fronte a certe situazioni e fornire le dovute indicazioni alle mamme sui farmaci da somministrare.
Quindi, è inutile riempiere gli ambulatori per cose inutili e banali da poter gestire tranquillamente in ambiente domestico.
Facendo fede alle parole del Presidente dei medici di base, la pediatra, non essendosi recata a casa del paziente, ha commesso un’infrazione e dovrebbe essere denunciata all’ordine dei medici di Foggia e a tutte le autorità competenti.
Durante le ore di visita i medici di base, la pediatra nel caso specifico, deve accettare solo l’ingresso dei pazienti accompagnati dai genitori o altri parenti.
L’informatore farmaceutico dovrebbe entrare solo ed esclusivamente dopo l’orario delle visite e solo quando tutti i pazienti sono stati trattati ambulatorialmente, anche oltre l’orario delle visite.
A noi non interessa assolutamente nulla se il pediatra ha fretta di chiuedere l’ambulatorio per tornare a casa a cucinare o a fare la spesa o perfino andare in palestra o andare a correre su Via Guareschi.
A noi interessa la salute dei nostri figli.
Ricordo che questa abitudine è tipica di parecchi pediatri e medici di famiglia anche di San Severo.

Giusy P.

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