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35 RAGAZZI PERDERANNO IL LORO LAVORO, APPELLO A MIGLIO, EMILIANO E GIULIANO

Nel silenzio totale delle istituzioni si avvicina il 30 giugno 2018, data entro la quale la società APULIA PRONTO PRESTITO dovrà essere venduta o posta in liquidazione. Quest’ultima ipotesi avrebbe gravissimi risvolti occupazionali per i 35 ragazzi – tutti molto giovani – che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro.
Una situazione kafkiana, scaturita dal cosiddetto “Contratto di ritrasferimento”, con il quale Banca Apulia ha ceduto la propria partecipazione in Apulia Prontoprestito (86,921%) in favore di Veneto Banca spa in Liquidazione Coatta Amministrativa, provocando l’estromissione della società dall’operazione di salvataggio delle ex banche venete ad opera di Intesa Sanpaolo.
Evitando di impelagarci in tecnicismi molto complicati, il tutto può essere riassunto in alcuni passaggi:
1) Intesa Sanpaolo ha previsto nel contratto di cessione che Banca Apulia dovesse retrocedere a Veneto Banca la propria quota in Apulia Prontoprestito, pena la restituzione della stessa Banca Apulia a Veneto Banca in Liquidazione coatta amministrativa.
2) La retrocessione è intervenuta in un momento in cui Apulia Prontoprestito era in attesa del completamento del progetto di fusione della società nella propria controllante Banca Apulia.
3) Il 25 giugno 2017 è entrato in vigore il d.l. n. 99, il cosiddetto “salva banche Venete” che ha previsto la messa in liquidazione coatta amministrativa di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza ed il transito della parte attiva delle dette banche e della gran parte delle maestranze alle dipendenze di Intesa San Paolo s.p.a.
Questo decreto, tuttavia, ha improvvisamente interrotto il progetto di fusione di Apulia Pronto Prestito nella propria controllante Banca Apulia e – ancor peggio – ha previsto la cessione di Apulia Pronto Prestisto da Banca Apulia a Veneto Banca in liquidazione coatta amministrativa (L.C.A.) sancendo, ad oggi, il mancato transito del personale di Apulia Pronto Prestito alle dipendenze dirette di Banca Apulia/Intesa San Paolo.

Il Decreto “salva banche” ha di fatto salvato le banche ma non le cosiddette società fuori perimetro, per giunta quelle sane come Apulia Pronto Prestito, caratterizzata da elevato patrimonio e chiusura in utile degli ultimi tre esercizi.

Città Civile rivolge un accorato appello ai rappresentanti delle istituzioni locali, regionali e nazionali, affinché si possa trovare una soluzione in tempi rapidissimi: ci rivolgiamo al Sindaco Miglio, al Presidente della Regione Michele Emiliano ed in particolare all’ Onorevole Carla Giuliano, che hanno il dovere di intervenire su una questione molto delicata riguardante la vita, il lavoro, di 35 giovani. Un problema sottovalutato che avrebbe dovuto avere maggiore attenzione da parte della politica del territorio e che oggi si manifesta in tutta la sua drammaticità. Occorre intervenire con forza presso il MEF e presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per cercare una soluzione. Non è facile, siamo purtroppo in grande ritardo ma occorre fare un tentativo.

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