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COMPOSTAGGIO: A SAN SEVERO l’immondizia di altre Regioni!!!

Il Sindaco Francesco Miglio
– rispetti la volontà del Consiglio Comunale e dei cittadini, decisamente contrari a questo impianto di 60.000 tonnellate di rifiuti; annulli la convenzione con la Sagedil, ora Saitef; avvii la procedura per un impianto consortile pubblico; promuova seriamente il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR!

La Regione Puglia ha ufficializzato che nella nostra regione abbiamo una sovrabbondanza di impianti per il trattamento di rifiuti organici che attualmente possono trattare 560.000 t/annue a fronte di un conferimento di 159.000 t/annue, quindi meno del 30%. chiediamo: perché in tutta la Regione esistono richieste e progetti per la realizzazione di nuovi impianti di compostaggio? Il triste sospetto è che qualcuno, per questioni di business, pensa di portare in Puglia anche i rifiuti provenienti da altre regioni!
Autorizzare un MEGAIMPIANTO da 60.000 t/annue sul nostro territorio è voler andare in quella direzione; perseguire logiche di profitto a spese della salute dei cittadini e della salubrità ambientale. San Severo ed i comuni viciniori (ARO di 7 Comuni) producono FORSU che una centrale di compostaggio da 20.000 tonnellate sarebbe tranquillamente in grado di trattare!
Secondo punto: perché affidare una filiera cosi importante in mano a privati? La Regione si è sempre pronunciata favorevole alla realizzazione di impianti a gestione pubblica, rendendosi disponibile a stanziare cospicui finanziamenti per la loro realizzazione. L’Amministrazione Comunale non ha mai fatto partire un progetto valido per assicurare alla popolazione un impianto da ubicare in una zona favorevole ai venti e contestualmente baricentrico a tutti i comuni dell’ Ambito di Raccolta Ottimale (ARO alto tavoliere).
La Valutazione dell’Impatto Ambientale rilasciata dalla Provincia sull’istanza prodotta dalla SAITEF va rivista e riconsiderata sulla scorta di caratteristiche sopraggiunte che ne hanno mutato le condizioni: nelle vicinanze del sito (ex Safab) è stato realizzato un distributore di carburanti con annesso servizio ristorante ed un Hub di smistamento per autoarticolati. Non sono state condotte analisi del terreno ospitante l’ex sedime produttivo per verificare la presenza di amianto o altri residui pericolosi per la falda e l’ambiente.
Il progetto presentato ha fortissime carenze nella progettazione dell’ impiantistica elettrica in quando non è stato considerato il pericolo di esplosione rappresentato dal metano. Il quadro degli impatti cumulativi è mutato in virtù di quanto accertato dall’indagine “Daunia Venenum”; una revisione è necessaria ed opportuna in base al principio della precauzione». Il sito ex Safab è insediato su una zona classificata a BASSO RISCHIO DI PERICOLOSITA’ IDRAULICA che dista appena 900 METRI da una zona classificata ad ALTO RISCHIO!!!! (dati estratti dal sito dell’Autorità di Bacino della Regione Puglia).
Insomma, la prepotenza finora manifestata da questi imprenditori nonostante la contrarietà dei cittadini e del Comune non fa presagire nulla di buono circa i metodi ed il loro “modus operandi”. Dovremo pertanto agire e tutelarci con TUTTI i sistemi consentiti, non ultimo quello di sottrarre il conferimento della Forsu di San Severo a costoro che hanno inteso calpestare ed umiliare la volontà popolare. Ci battiamo da sempre per la realizzazione di un impianto a gestione pubblica che diventi un’occasione per ridurre drasticamente i costi dello smaltimento dei rifiuti della nostra città che attualmente superano 10 milioni di euro l’anno (dei quali circa 200 € /T per i rifiuti organici), diventando noi promotori di una corretta ed economica gestione dei rifiuti.

1/6/2020 verdisansevero@gmail.com

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