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A Torremaggiore… La politica e il futuro del mattone.

A Torremaggiore un settore in crisi, forse in condizioni peggiori di quello dell’agricoltura, è l’edilizia. Le imprese sono ormai ferme da anni a un passaggio a livello dove il treno dell’economia ha deragliato. A differenza dell’agricoltura l’edilizia si appoggia al pilastro della politica, oramai farraginoso, per avere questa o quella autorizzazione su ristrutturazioni o costruzioni. Poi ci sono imprese che un tempo davano da lavorare a decine di operai tra muratori, carpentieri e manovali, oggi ridotte a basare il loro fatturato sulla costruzione di loculi cimiteriali. Ebbene sì, oggi anche per fare il muratore serve la raccomandazione. I giovani emigrano per un posto di lavoro e una casa dove mettere su famiglia, a Torremaggiore le scuole si accorpano per mancanza di bambini, il paese diventa sempre più vecchio. La politica dovrebbe pianificare una rigenerazione del piano regolatore con un programma di case popolari per giovani famiglie, sviluppare con i costruttori un piano per la costruzione di case di quinta generazione (Fifth generation home) per attirare acquirenti stranieri, non si può pensare di continuare a vendere case ai torremaggioresi. Tutto ciò si può attuare solo con una politica fatta di ferro e cemento e non di paglia e sabbia.

DUBIUM SAPIENTIAE INITIUM.

(IL DUBBIO E’ L’INIZIO DELLA CONOSCENZA.)

Luigi Marangi.

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