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A UN ANNO DAL SUO INSEDIAMENTO L’AMMINISTRAZIONE MIGLIO HA BISOGNO DI AGGIUSTAMENTI PER AGGIUNGERE ALL’ENTUSIASMO LA NECESSARIA ESPERIENZA

di MATTEO IANTOSCHI, GIÁ CANDIDATO SINDACO (PPI) E ASSESSORE COMUNALE ALLE  FINANZE E AI TRIBUTI (1990-1993)

Accolgo con piacere l’invito della Gazzetta di San Severo e La ringrazio per questa iniziativa che apre un interessante ed importate dibattito sulla nostra Città. Fare una riflessione ad un anno dall’elezione di Francesco Miglio a Sindaco di San Severo è quanto mai opportuno, anche in considerazione del forte ruolo assunto da Movimenti civici che hanno in pratica imposto la candidatura di Miglio spaccando il centrosinistra e conducendolo infine alla vittoria. Una vittoria la sua di molto agevolata dall’insipiente, goliardica e dilettantistica gestione della fase elettorale di una parte del Centrodestra sanseverese, poi prevalente solo grazie al  supporto dalla dirigenza barese e foggiana completamente avulsa dalla nostra realtà,  che non ha capito che, dopo la lotta intestina che aveva portato alla caduta del Sindaco Savino, l’unico modo per concorrere credibilmente alle elezioni era quello di superare sè stessi esprimendo una candidatura “super partes” in grado di ridare fiducia all’elettorato. Invece hanno pervicacemente scelto di fare ancora vincitori contro vinti…e tutti sappiamo com’è finita! Miglio ha voluto subito dare una impronta di profonda novità e rinnovamento a partire dalla Giunta Comunale dove ha scelto solo assessori di prima nomina e alcuni anche con poca esperienza di militanza politica o addirittura semplicemente ‘tecnici’. Entusiasmo alle stelle e tanta buona volontà. Quasi impalpabile l’azione amministrativa dell’attuale Presidente della nostra Regione Michele Emiliano, sono assolutamente certo non per incapacità, ma per il poco tempo che aveva da dedicare a causa della sua lunga campagna elettorale e per la complessità della delega affidatagli rispetto ai tempi necessari per realizzare concreti risultati. Ma la buona volontà spesso non basta se non è seguita da fatti concreti che possono sostanziare con successi oggettivi l’impegno profuso. Forse ad un anno dal suo insediamento, qualche aggiustamento va operato, cercando quel giusto ed utile equilibrio tra l’entusiasmo delle nuove generazioni politiche e quel pizzico d’esperienza capace, spesso, di tradurre in fatti i sogni. Per altro Michele Emiliano, che pure tanto ha cambiato nel varare la Giunta Regionale, ha dato equilibrio tra novità ed esperienza e magari proprio in seguito a quello visto e fatto come Assessore del Comune di San Severo. Ecco, questa in estrema sintesi è la mia idea sull’operato della giunta Miglio nel primo anno di mandato, anche condizionato dall’impegno elettorale regionale che aveva l’ambizioso quanto condivisibile obiettivo di portare un sanseverese a sedere sugli scranni del Consiglio regionale, obiettivo purtroppo mancato anche se è stato eletto Napoleone Cera che, per vicinanza ideale ed affettiva, possiamo ritenere sanseverese d’adozione. Su di lui potremo contare molto se ogni attività verrà condotta nella necessaria armonia ed unità di intenti. È oramai da un po’ di anni che sulle Amministrazioni Comunali si impongono responsabilità  nuove e molto importanti. Una volta quasi esclusivamente  deputate all’organizzazione dei servizi comunali ed alla gestione del territorio, oggi sono depositarie di nuove opportunità rivolte allo programmazione dello sviluppo economico e di gestione dei servizi in forma collaborativa con altri Enti e Comuni del territorio. Una dura ma realistica analisi sulla nostra situazione, come Città intendo, si impone e con estrema urgenza perché quanto prima ne abbiamo consapevolezza, tanto prima potremo tracciare delle soluzioni. Nell’ultimo decennio San Severo ha subito un depauperamento di ruolo dovuto alla chiusura di uffici territoriali, declassamento della stazione ferroviaria e ultimamente anche della crisi economica che le hanno fatto perdere quella “naturale” centralità che la nostra Città ha sempre avuto rispetto ad un vasto territorio che va dal Gargano al Subappennino Dauno. E non finisce qua perché è imminente, dopo quattro secoli e mezzo, LA SCOMPARSA DELLA NOSTRA DIOCESI che verrà incredibilmente assorbita da quella di Lucera e l’abbandono di fatto dello scalo ferroviario di San Severo da parte delle Ferrovie del Gargano che si accingono a realizzare un importante scalo merci in territorio di Apricena. Come si vede c’è un quadro molto preoccupante che richiede uno sforzo ed un impegno colossale per impedire di consegnare ai nostri figli una ‘cattedrale nel deserto’. E bisogna farlo oggi senza perdere nemmeno un attimo. Oggi che abbiamo forse anche il potere necessario, visto che il Presidente della Provincia è lo stesso Sindaco di San Severo e quello della Regione Puglia è stato Assessore di questo Comune. Noi non possiamo permetterci il lusso di sbagliare perché sbagliare oggi significa pagarne le conseguenze per secoli. Dico sempre che se c’è a San Severo l’uscita della autostrada A14 è solo grazie alla lungimiranza politica degli amministratori sanseveresi di metà degli anni ’60 che ne fecero addirittura deviare il percorso, con legittime motivazioni, che originariamente aveva l’uscita in quel di Apricena, contro, invece, la leggerezza delle amministrazioni degli anni ’70 che permisero che la superstrada del Gargano partisse da Poggio Imperiale, per servire una zona che oggettivamente allo stato non ha saputo trarne alcun vantaggio, emarginando invece San Severo all’epoca già centrale per l’efficiente presenza delle Ferrovie del Gargano e la Strada Statale 84 Garganica che si origina proprio da San Severo. Lascio immaginare quale sarebbe stato oggi il nostro ruolo rispetto al territorio con una diversa lungimiranza. Questa nostra cittadina ha vissuto sempre del suo. Qui non si ricorda mai un serio e concreto intervento dello Stato o della Regione o della Provincia rivolto a contribuire allo sviluppo. Di contro ci sono esempi lampanti e quasi nauseanti di continue provvidenze valutabili in miliardi di euro riversate su altre cittadine della provincia per le quali lo Stato ha prima disegnato uno sviluppo industriale, poi al tempo di Prodi una riconversione industriale e ai tempi di Vendola una riconversione turistica con la costruzione di un porto contrapposto a quello industriale mai decollato. SIC! Al Sindaco Miglio, agli Amministratori, ai politici di maggioranza e di opposizione rivolgo un pressante, accorato appello a riscoprire il nostro orgoglio e a far valere le nostre ragioni perché siamo stufi di essere la cenerentola della provincia di Foggia e con essa dell’intera Puglia. Dobbiamo aprire un tavolo permanente di confronto e se necessario di lotta democratica che sappia a tutti i livelli porre la QUESTIONE SAN SEVERO come un cosa importate anzi strategica per lo sviluppo della nostra provincia. C’è una zona, quella cosiddetta del Tavoliere nord,  che noi legittimamente possiamo e dobbiamo rappresentare. E’ il momento di far sentire forte e alta la nostra voce, far capire che di noi non è più possibile farne quello che si vuole! Spero mi sia riservata in seguito l’occasione di approfondire quanto ho appena detto.

POST SCRIPTUM: L’Editore SALES e la Direzione della Gazzetta ribadiscono, non solo a MATTEO IANTOSCHI ma a tutti i partecipanti a questa INCHIESTA, che è possibile intervenire più di una volta, per cui IANTOSCHI si ritenga invitato, se vuole già fra qualche giorno al fine di dare prima spazio ad altri, di intervenire ancora per approfondire il discorso iniziato con questo interessante contributo (NOTA DI DIREZIONE).

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