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Ai sanseveresi puoi togliere tutto, ma non la Festa del Soccorso.

San Severo è un paese conosciuto per l’agricoltura, l’arte, il folklore e soprattutto per la sua cultura e le sue tradizioni. Tutti i sanseveresi si identificano nella grandiosa e amatissima Festa del Soccorso che si celebra, come da tradizione la terza Domenica di Maggio. Per tutti è considerata “intoccabile” perché questa festa è l’anima di un popolo intero che unisce tutto il paese e non solo: è diventata importantissima a livello internazionale, tanto da essere sostenuta anche al di fuori di San Severo e dall’Italia stessa. Si celebra in onore della così detta “Mamma Nera” per i sanseveresi, con la presenza delle famose “batterie”: si tratta di una tradizione centenaria che spesso è stata ostacolata. Per i sanseveresi, i numerosi spettacoli pirotecnici non sono semplici fuochi da ammirare, ma rappresentano, per loro qualcosa di molto più profondo che arriva direttamente dal cuore. Secondo la tradizione esiste la famosissima “corsa” sotto ai fuochi pirotecnici lungo il percorso processionale e questa scaturisce nei rinomati “fuijenti” un sentimento vero e proprio, un amore incondizionato, un’emozione che non è possibile spiegare a parole. La Madonna del Soccorso, per tutta San Severo, senza fare assurde differenze di quartieri è una guida, è la vita stessa, proprio come l’amore di una madre verso un figlio e viceversa. La devozione per “Maria S.S. del Soccorso” è immensa e niente e nessuno può ostacolarla; in passato ci sono state diverse lotte, rivolte, ribellioni da parte dei sanseveresi stessi perché un vero devoto a quella che è la cultura e la tradizione di un paese pensa essenzialmente che le batterie e la Madonna coesistono. Per ogni sanseverese non può esistere una festa senza spettacoli pirotecnici perché fanno parte di una tradizione centenaria, si tratta di un amore puro, si corre per devozione e per amore nei confronti dell’amata “Mamma nera”. Spesso, il popolo di San Severo è stato infangato, denigrato da articoli e servizi mediatici e non si può restare in silenzio di fronte a determinate affermazioni. Per i sanseveresi, la Madonna è la luce radiosa che illumina il paese, è la vita stessa, è fonte di amore e gioia, è energia, è praticamente tutto ciò che di bello esiste al mondo. L’amore per la “Mamma” lo si è dimostrato dinanzi al santuario, chiuso ormai da mesi per l’emergenza COVID-19, e ad oggi è pieno di fiori, pensieri speciali e soprattutto pieno di devozione. Anche con il così tanto criticato flash-mob si è voluto sprigionare tutto l’amore e tutta la devozione molto forte presente qui, in questo piccolo grande paese attraverso post sui social pieni di tristezza e ricordi, e il rinomato “Averti nel cuore”, ovviamente con le dovute misure di sicurezza. Ogni paese, ogni città ha al suo interno diversi quartieri, ma ciò non significa che alcuni di questi debbano essere denominati come “quartieri spazzatura” o addirittura “quartieri di periferia maledetti” perché la criminalità esiste ovunque, anche nei “piani alti” ed è risaputo ormai. Con tutto ciò, non si vogliono assolutamente giustificare gli avvenimenti e le azioni sbagliate compiute nei giorni precedenti, ma l’obiettivo è far arrivare a tutti l’amore incondizionato che il popolo di San Severo nutre per questa festa e soprattutto per la sua Patrona. San Severo non merita tutto questo, non merita di essere giudicata in questo modo così crudele, non merita di essere disprezzata o infangata e soprattutto non può accettare dicerie e offese gratuite così gravi. Noi amiamo la nostra terra, amiamo le nostre tradizioni, amiamo la nostra cultura, amiamo la nostra Madonna del Soccorso, amiamo le nostre radici, e non le infanghiamo perché noi tutti dobbiamo essere fieri delle nostre origini, nonostante tutto.
“Perché ai sanseveresi puoi togliere tutto, ma non la Festa del Soccorso”.
-Nardella Alessia

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