ComunicatiIn evidenzaPrima pagina

ALBERI “ASSASSINATI” …UNA TRISTE REALTÀ!

È un uomo cresciuto troppo in fretta FEDERICO INFANTE, un padre di famiglia di appena 29 anni che si è trovato di fronte una situazione tanto assurda quanto raccapricciante.
FEDERICO, DI COSA TI OCCUPI?
“Dal 2013 ho le redini dell’intera azienda di famiglia, ma ho iniziato a lavorare fin da piccolo. Inizialmente la campagna per me era un hobby, invece con il tempo è diventata una delle cose più importanti della mia vita. Siamo agricoltori da tre generazioni e grazie agli insegnamenti di mio nonno e di mio padre, ho un grande rispetto per le piante e la natura. Negli ultimi anni, ho deciso di allargare la mia azienda, dedicandomi con passione ad uliveti e vigneti, oltre all’attività del contoterzi (lavorazioni meccaniche agricole). Impiego tutto me stesso nella conduzione dei miei fondi, perché sono stato abituato ad eseguire i lavori ad opera d’arte. I miei terreni sono dei fiori all’occhiello, uno spettacolo da vedere ed un punto di riferimento per la comunità sanseverese”.
FEDERICO, COSA È SUCCESSO PRECISAMENTE?
“Intorno alle 19 del 16 febbraio, rientrando dal lavoro, come da abitudine passavo a controllare i miei terreni e non ho notato nulla di strano, mentre al mattino verso la 6 e 45 arriva una telefonata a mio padre da parte di un amico che, andando a lavorare e notando la situazione, ha descritto quanto accaduto. “Gigi non trovo le parole ma… ti hanno massacrato l’oliveto ai Vignali!”. Subito mi sono recato con mio padre sul posto. Una scena assurda, da togliere il fiato, un nodo alla gola, un insieme di emozioni che andavano e vanno ancora adesso dalla rabbia alla tristezza, all’odio verso chi ha commesso un gesto cosi vile! Che pena! Quelle piante non saranno più come prima. Ma non è il danno economico a spaventarmi; quelle piante maestose e secolari distrutte e mutilate non torneranno più! A tutto ciò si aggiunge la preoccupazione per lo stato di salute di mio padre cardiopatico e portatore di pacemaker. Continuo a fare denunce perché credo ancora nella giustizia e spero sempre che la legge faccia il suo corso”.
PERCHÉ È ACCADUTO TUTTO QUESTO?
“Veramente un’idea su chi possano essere stati i mandanti me la sono fatta. Non si tratta di debiti o estorsioni, ma solo di un folle gesto”.
L’ULIVO, DA SEMPRE SIMBOLO DI PACE, RECISO. CON ESSO NON SOLO SI CANCELLA UN PEZZO DI STORIA CHE NE ELEVA SIMBOLO E SIGNIFICATO. CON ESSO SI CANCELLA LA DIGNITÀ DELL’UOMO.
“Quando impararono a coltivare l’olivo e la vite, i popoli del Mediterraneo cominciarono ad uscire dalla barbarie”, recitava Tucidide nel V secolo a.C.
OGGI, NEL VENTUNESIMO SECOLO, SIAMO RITORNATI ALLA BARBARIE…
ELISABETTA CIAVARELLA

Altri articoli

Pulsante per tornare all'inizio