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Alberto Testi, l’artista–politico troppo dimenticato dalla nostra comunità.

Nacque il 24 aprile 1874 a San Severo, Alberto Testi, l’artista del primo novecento italiano con avi lombardi; infatti egli nasce nella nostra città, in quanto il padre Giovanni Sante Maria, ferroviere e lombardo, venne trasferito nel Tavoliere per motivi di lavoro.
La passione per la pittura lo porta a frequentare le “botteghe di settore”, in particolare nel napoletano, ove presta servizio come apprendista nella scuola di disegno e decorazione, diretta dal maestro partenopeo Paolo Cinelli.
Desideroso di apprendere e conoscere il mondo, Albero Testi inizia a viaggiare e soggiornare fuori dal nostro territorio, approdando, ad esempio, a Londra, Parigi, Roma, Firenze, Rio de Janeiro e New York, dove convola a nozze con l’amata Vincenza De Stefano.
La sua storia è caratterizzata da continui “andata e ritorno”dalla Capitanata; infatti gli anni finali del 1800, lo vedono protagonista come militante nel socialismo foggiano, tanto da fondare il circolo socialista Aurelio Saffi, nonché la Camera del Lavoro.
Dopo ulteriori soggiorni fuori dal territorio dauno, Alberto Testi ritorna a Foggia dove apre, nel 1911, il suo studio in Piazza Cavour ed in ossequio alle proprie idee socialiste e umanitarie, fonda una scuola di disegno e pittura per lavoratori, diventando anche il Presidente del Sindacato artisti di Capitanata, oltreché consigliere comunale foggiano.
La dedizione politica, oltre alle succitate idee socialiste e umanitarie, probabilmente gli causarono il vile attentano, conclusosi bene grazie al salvataggio dei suoi “ discepoli-operai “.
Alberto Testi, infatti, reclutava nel suo studio apprendisti-artisti, remunerati con un salario pari a dieci ore, a fronte delle otto ore effettivamente lavorate.
La vita dell’artista-politico, nonostante il carattere umile e schivo, fu caratterizzata anche dal carcere, durante il periodo fascista, dal quale riuscì ad uscire solo perché considerato idealista non pericoloso. Alberto Testi concluse la sua vita in Foggia, ove morì nel 1954. Tra le sue opere , si ricordano, ad esempio, “Il boschetto della villa Comunale” (1894), “il fiume Cervaro” (1927), “il ritratto di Luigi Zuppetta” (1928), giurista dauno ed autore dell’ ineguagliato codice penale sammarinese (foto web, ndr).
Molte altre sono le opere di questo “nostro” artista…..in definitiva sarebbe interessante, oltreché doveroso, ricordare maggiormente questo pittore di origini sanseveresi, approfondendo le sue opere e dedicandogli il giusto ruolo nella cultura locale, in modo da caratterizzare e confermare la nostra comunità, quale fecondatrice di artisti di indubbio valore.

bty

arch. Stefano de Magistris

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