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“Amiamo molto la nostra città”; “I Terrazzani” di San Severo in occasione della Solennità del Soccorso.

di Michele Sales ed Elisabetta Ciavarella

Domenica 15 maggio, dalle ore 20,00 alle 23,00 circa, si sono esibiti nella città di San Severo, in occasione della Festa della Santissima Madonna del Soccorso, il gruppo “I Terrazzani”, con lo spettacolo dal titolo: “Dove eravamo rimasti.. ?”.
La festa quest’anno è stata molto bella e la Madonna ha continuato ad emozionare tutti con il suo divino vegliare su una città che merita attenzione e presenza.
Diverse sono state le giornate che hanno entusiasmato sia per gli appuntamenti religiosi che per gli eventi.
Tra questi ultimi, vi è stata l’esibizione de “I Terrazzani”, una band di musica popolare, ai cui componenti abbiamo chiesto curiosità ed approfondimenti.

“QUANDO E COME È NATO QUESTO GRUPPO?”.
“È nato verso la fine del 2007, spinti dalla Pro loco. Precisamente il Maestro di Musica Davide DELL’OGLIO coinvolse una ventina di persone, tra cui adulti e ragazzi.
Le nostre canzoni erano inizialmente, ed in un certo qual modo, legate al nome dello stesso nostro gruppo. Trattavano difatti storie di contadini ed intendevano riportare le tradizioni dei nostri avi”.

“CHI È IL TERRAZZANO?”.
“È colui che vive di espedienti e che si alza al mattino conducendo la sua giornata senza un cliché, del resto come noi che ci inventavamo delle canzoni e continuiamo a farlo ancora sul palco, sia improvvisando e seguendo ciò che ci piace cantare, che quello che entusiasma il pubblico”.

“COSA RACCONTANO LE VOSTRE CANZONI?”.

“Nei primi tempi le nostre canzoni erano prevalentemente dialettali. Poi è cambiata la composizione del gruppo, in quanto i più giovani tra i componenti sono diventati più grandi e gli altri tra di noi sono andati più avanti con l’età. Abbiamo così continuato a scrivere canzoni in dialetto prendendo spunto dalle tradizioni popolari del Meridione, ma cantiamo anche vecchi successi. Ora nel gruppo siamo in sette, tra cui: Pietro MAROTTA che nella vita è un odontotecnico; Franco MANCINI, un bancario; Felice BARLETTA, un ortopedico; Sergio MATRANGA, un sindacalista in pensione; Alfonso DI COSTANZO, un ferroviere in pensione anche lui; Vincenzo CARFAGNA, dipendente ASL e Sonia BUCCI, commerciante presso l’attività “Sacro Cuore”.

“IL VOSTRO IMPEGNO SOCIALE?”.

“Fin da subito ci siamo accorti che non solo le canzoni popolari, ma anche le canzoni famose, come ad esempio quelle cantate a Sanremo, possono risultare particolarmente coinvolgenti per il pubblico che canta insieme a noi. Frequentando poi alcune Associazioni ed entrando nel sociale a contatto diretto con gli anziani, come in Case di Riposo o tramite Il Centro del Sorriso, o nello stesso carcere, recando sostegno a persone che hanno sbagliato, ma possono redimersi, ci siamo resi conto che volevamo portare un messaggio di solidarietà tra la gente. Siamo inoltre molto coinvolti nella festa di Sant’Antonio Abate, dove annualmente si svolge una bella processione. Noi siamo i Sant’Antonini. Iniziamo dalla mattina, momento in cui entrano in scena centinaia di cavalli e Cavalieri ed inizia la processione, fino ad arrivare alla sera quando suoniamo dinanzi alla Chiesa di Sant’Antonio. La famiglia FALLUCCHI invece, spesso ci invita a suonare nel suo quartiere, in via Angelo Fraccacreta, al passaggio della Madonna del Soccorso. Con amici del Salento infine, abbiamo organizzato diversi eventi teatrali”.

“COM’È ANDATO LO SPETTACOLO DI DOMENICA?”.

“Durante il nostro serale non è stato presente solo il tema popolare, ma abbiamo unito canzoni degli anni ’60 e napoletane. Veramente avevamo intenzione di trattare le canzoni degli artisti pugliesi che hanno partecipato ai vari Festival Sanremesi, come Rosanna FRATELLO; Nicola DI BARI e Franco SIMONE. Vorremmo porre l’accento comunque su un problema principale, quale quello degli sponsor. Per via della pandemia ancora non abbiamo un calendario di eventi, ma per poter coinvolgere amici artisti salentini di un certo calibro, occorrono certezze progettuali. Non miriamo al guadagno, la nostra è passione pura. Amiamo molto la nostra città e vorremmo solo lanciare messaggi positivi, in nome delle belle ed antiche tradizioni”.

Un appello dunque alle Istituzioni locali affinché tale realtà artistica, che porta in giro il buon nome di San Severo, possa riuscire a spaziare in eventi inseriti nel cartellone estivo e con l’augurio di sempre più meritati successi.

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