ANALISI NEGATIVA DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA IN CAPITANATA

L’Editoriale di DESIO CRISTALLI
Lo scorso 8 settembre la Commissione parlamentare antimafia è stata ancora una volta a Foggia per raccogliere ulteriori dati sul malaffare della criminalità organizzata in Capitanata. La Commissione è stata guidata dalla Presidente CHIARA COLOSIMO per fare attente e dettagliate audizioni di numerose personalità del tessuto sociale dauno e cioè i vertici di Libera e dell’Associazione provinciale antiracket, il Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, oltre al Procuratore della Repubblica del Tribunale di Foggia e ai Commissari straordinari uscenti del Comune. La Presidente COLOSIMO ha inteso sottolineare che: <<Già nel 1997, con la sentenza ‘Cartagine’, si era accertato che nel foggiano si era ai livelli di Palermo, infatti sono stati erogati ben 15 ergastoli, solo 4 in meno rispetto al maxi processo di Palermo>>. Il Questore di Foggia FERDINANDO ROSSI, ha dichiarato che, in 16 mesi di attività in questa terra, ha dovuto ordinare persino 10 divieti di svolgimento di funerali. Ma il dato più preoccupante è che nel 2022 ci sono stati, in provincia di Foggia, ben 17 omicidi, 3 dei quali per mano di minorenni. Preoccupante è stato anche il panorama snocciolato da parte di associazioni che si occupano di fenomeni criminali alla Presidente COLOSIMO e ai Vice Presidenti MAURO D’ATTIS e FEDERICO CAFIERO DE RAHO. C’è stato dunque anche spazio, nel corso delle audizioni, per il gravissimo fenomeno della microcriminalità che semina spesso terrore sociale. Non è stata neppure trascurata, nella circostanza, l’analisi profonda delle infiltrazioni mafiose che hanno costretto allo scioglimento del Consiglio Comunale di Foggia ma anche di altri Comuni della Capitanata. E ancora una volta, da più parti sono arrivate richieste per aumentare corposamente le unità delle Forze dell’Ordine ma anche di vario personale nelle Procure per far funzionare a pieno regime la macchina della Giustizia nella nostra provincia. Tutto questo ha ancora una volta mortificato le buone intenzioni delle nostre popolazioni ed ha richiamato vieppiù ciascuno al dovere di combattere nel proprio piccolo, nella vita di tutti i giorni, ogni rigurgito di criminalità. TUTTI I CITTADINI DI CAPITANATA, in conclusione, devono convincersi che le sole Forze dell’Ordine non possono debellare il male sociale che ci opprime se non ottenendo l’apporto concreto, morale e materiale delle popolazioni daune. Non va dimenticato anche che ogni silenzio omertoso favorisce la criminalità e ne fortifica la presenza malefica nella terra dei nostri padri che, nel prossimo futuro, lasceremo in eredità ai nostri figli.