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AP, Un emendamento per l’emodinamica all’ospedale di San Severo

Il Presidente del Gruppo Area Popolare alla Regione Puglia, Giannicola De Leonardis, ha presentato oggi in III Commissione Sanità un primo emendamento al Piano di riordino ospedaliero, in dirittura d’arrivo e in attesa del confronto decisivo con il Governo nazionale, inerente il mantenimento del Servizio di Emodinamica per 24 ore al giorno presso il reparto di Cardiologia e Utic dell’ospedale ‘Masselli Mascia’ di San Severo, ritornando tecnicamente al codice CUE dall’appena declassato CU dalla relativa delibera di Giunta. La presentazione dell’emendamento ha preceduto l’audizione del dr. Demi Procaccini, consulente del Comune di San Severo, il quale ha illustrato i brillanti risultati conseguiti da “una struttura perfettamente operativa, e rispondente a tutti gli standard richiesti”. 760 le coronografie infatti eseguite nell’ultimo anno (erano state 243 nel 2013 e 602 nel 2014), 269 le angioplastiche coronariche (201 nel 2014, 63 nel 2013), 96 le angioplastiche primarie, che si praticano in corso di infarto acuto del miocardio (27 nel 2014 e 12 nel 2013), in un ospedale che rappresenta il primo riferimento utile per i turisti e i residenti provenienti dal Gargano nord, e con ulteriori tempi di percorrenza –  in caso di chiusura del Servizio – stimati in 20/25 minuti verso gli Ospedali Riuniti di Foggia (“che già versano in una condizione drammatica”) che potrebbero rivelarsi  estremamente pericolosi trattandosi di patologie ‘tempo dipendenti’. E con un’Utic che ha un indice di occupazione del 90 per cento, “con un trend di crescita costante che sarebbe incomprensibile interrompere”, ha spiegato ancora Procaccini.
“Non si tratta quindi di una richiesta campanilistica, ma di mera constatazione dell’ampia estensione della provincia di Foggia, della garanzia del mantenimento per i cittadini del diritto all’equità nell’accesso alle strutture sanitarie e alle cure” ribadisce De Leonardis, che ricorda “l’incidenza della mobilità passiva sul bilancio regionale, per gran parte derivante da persone che sono costrette a recarsi in Molise dal nord della Puglia. In un’area caratterizzata da un numero elevato di popolazione anziana, quindi soggetta a maggiori rischi per la propria salute e per la propria vita”.

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