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APPUNTI PER UN EVENTUALE LOGISTICA ANTISISMICA

Oramai è scientificamente provato, che eventi sismici anche di modesta intensità, potrebbero rivelarsi dannosi e con effetti collaterali non di poco conto. Questa motivazione, dunque determina, ancor più che per gli altri rischi, la necessità di un’accurata ed estesa opera di prevenzione.  Le immagini di questi giorni non hanno bisogno di commenti, purtroppo, sono tristemente eloquenti. Scene simili, tuttavia, sono osservabili in ogni angolo del globo. Nei paesi come il nostro, dove la sismicità è un fenomeno rilevante, comuni e regioni  in tempi recenti, visti gli avvenimenti accorsi, vivono nell’oscuro presagio che qualcosa di catastrofico, simile, si abbatta sulle loro teste con perdite umane e storico-culturali  senza precedenti. Alla luce di tale questione non rimane che reagire al fenomeno con una sequenza organizzativa, che dia la possibilità di salvare il maggior numero di vite possibili; cosa non meno trascurabile, onde evitare altri problemi annessi, pianificare il panico tra la popolazione. La confusione e la paura generano complicazioni è un fatto storico accertato.  Organizzare, in questi casi, vuol dire informare. Creare una logistica, anche per eventi di minore intensità, si tradurrebbe in un’efficace simulazione di massa per eventi sismici di ben altra portata.  A tal proposito, San Severo, la nostra amata cittadina, non è estranea a fatti del genere ed il futuro viste le sue incertezze, non sappiamo cosa possa riservare.

Perché allora farci trovare impreparati?

A mio parere e credo sia opinione comune si rende necessaria una sinergia tra protezione civile ed enti scolastici, con esercitazioni pratiche eseguite sotto un’attenta ed accurata supervisione. Fare in modo di impostare queste simulazioni a titolo “ludico”.  Applicare ad ogni aula un cartellone semplice e chiaro con immagini semplificate da emulare nell’immediato. Spiegare nell’ora di “prevenzione sismica” la dinamica dei terremoti dunque perché occorre tenere gesti fondamentali, utili se eseguiti, a salvare la vita, o perlomeno a diminuire l’impatto in caso di crollo. Ora molti di voi si staranno chiedendo se esiste una materia simile; difatti non è contemplata, ma noi altri, come capofila, anche in un rientro pomeridiano mensile potremmo gettare le basi per un protocollo innovativo persino unico nel suo genere; è vista la giovane età in fase di apprendimento, aumentarne le ricadute positive a lungo termine. Magari integrare la materia in un’ora particolare di educazione fisica, viste le sequenze fondamentali, che per queste esercitazioni, prevedono l’impiego pratico di abilità connesse alla materia stessa. Il  protocollo, dovrebbe prevedere,  come e dove posizionare se stessi durante il sisma; come confluire all’esterno, ordinatamente, nell’immediata fine di questo, avendo cura di non spostarsi subito dopo, visto l’eventuale ripetersi di repliche. Prassi necessaria annessa, come defluire ordinatamente in corridoio, dando precedenza ai disabili che saranno accompagnati dai preposti al caso; compagni prescelti o volontari opportunamente addestrati; usare le scale di sicurezza; raggiungere il punto di raccolta esterno, in uno spazio aperto lontano da edifici scelto a priori dalle autorità preposte.  Installazione di cartelli segnaletici  facilmente individuabili e leggibili anche nei momenti di panico. Aspettare con gli insegnanti punto di riferimento essenziale, l’arrivo dei genitori. Per questi ultimi prevedere, oltre alla supervisione delle simulazioni; esercitazioni “una tantum” per la salvaguardia di se stessi. Caso contrario, attendere disposizione dalle forze di polizia o protezione civile.

Nel caso di studenti maggiorenni, eventuali volontari, popolazione civile in generale, fondamentale un tavolo tecnico con degli esperti, per creare in breve tempo, seminari e corsi specifici fruibili in edifici comunali, gratuiti ed accessibili a tutti; con spiegazioni chiare e sintetiche sui protocolli adeguati di prevenzione e sicurezza anti sismica senza trascurare aspetti sanitari ed elementi fondamentali di primo soccorso.  Da tenere in debita considerazione, corsi per la sicurezza, come proteggere se stessi ed altri da infortuni; ed acquisizione, per chi fosse interessato, con forti agevolazioni nel prezzo ed eventuali rinnovi di patenti per muletto e utensili da cantiere, necessari, per rimuovere eventuali massi e blocchi pesanti . Questa eventualità oltre a migliorare notevolmente, le condizioni di soccorso, si rileverebbe utile anche da un punto di vista occupazionale. Non è detto che si debba sempre pensare al peggio, le conoscenze acquisite, nel mondo del lavoro, ritornerebbero utili con vantaggi non trascurabili.  Immaginate, dunque, se tante persone siano già preparate per soccorrere eventuali feriti ed ipotetici terremotati sotto le macerie. Questi, istruiti a dovere, con l’aiuto e la supervisione degli addetti al settore ( vigili del fuoco e protezione civile)  potrebbero salvare un maggior numero di vite nell’immediato; prendere consapevolezza della situazione ed avvantaggiare i soccorsi esterni.  Rivelarsi, vista la conoscenza del territorio, una validissima guida per indicazioni ed aiuti esterni.  A mio avviso, come indicato poc’anzi (riguardo alla conoscenza del territorio) inserire eventuali nozioni di topografia con annesse visite dell’agro circostante cittadino; non solo favorirebbe una sana conoscenza della zona, nel mal capitato caso di strade completamente impraticabili ( anche nel caso di frane),  favorirebbe l’uso di strade normalmente non usate o praticamente dimenticate che, all’occorrenza, potrebbero divenire utili è di fondamentale importanza per l’arrivo dei soccorsi.  In caso per esempio di asfalto divelto, una tipica strada di campagna, battuta per anni dai nostri avi, oramai compatta, si rileverebbe una valida sostituta della strada asfaltata, perlomeno per coprire i tratti di strada interrotti. Sono perfettamente consapevole che la nostra bellissima cittadina sia ben servita dall’autostrada, nelle immediate vicinanze abitative;  e che le vie secondarie per raggiungerla  siano innumerevoli. Non tutti i paesi  limitrofi, tuttavia, sono raggiungibili direttamente da quest’ultima; basti ricordare quanti di noi hanno parenti ed amici che risiedono nei comuni vicini.  Come potrebbero i soccorsi esterni, non ragguagliati sulla zona, raggiungere questi con celerità usando vie secondarie? Una conoscenza del territorio, ottimale, avrebbe ricadute utilissime. Tuttavia quest’ultima opportunità, appena descritta, avrebbe un’ottima probabilità di riuscita solo per gli addetti al settore. Difatti, munti di apparati radio, con le autorizzazioni del caso, solo questi potrebbero comunicare in modo efficace le informazioni necessarie ed attendere nelle zone suddette, comunque impraticabili in certe condizioni, i soccorsi esterni.

Molti di noi, soprattutto nelle realtà come San Severo e dintorni, appena avvertito un sisma, anche di modesta intensità sono portati, per istinto, a uscire per strada e riunirsi inconsapevolmente in punti della città dove poter chiacchierare, scaricare la tensione, togliere dubbi e incertezze; allora perché non fare la stessa cosa in modo ordinato?  E’ pur vero che dopo questi accadimenti ci si sente confusi  ma, se avessimo un punto di raccolta suddiviso per zone; ci andremmo?  Per esempio i residenti su C.so Garibaldi e zone attigue potrebbero riunirsi a Piazza Allegato. I residenti di Porta San Marco nei pressi dello stadio comunale; mentre i residenti su Corso Matteotti, potrebbero ritrovarsi in parte davanti al perimetro della stazione. Via discorrendo, a titolo puramente indicativo, i residenti di città giardino avrebbero a disposizione il parco Baden  Powell, altri praticamente i primi luoghi, in spazi aperti, nelle immediate vicinanze della propia abitazione, in alternativa o in mancanza delle citate condizioni,  luoghi di aggregazione dove vi siano le condizioni necessarie descritte. Si potrebbe ovviare a ciò, tuttavia, semplicemente  installando semplici indicazioni stradali che indichino il punto di ritrovo piu’ vicino, dunque idoneo, in base al proprio abitato, predestinato a priori con l’ausilio dei  vigili del fuoco locali in concomitanza con altri enti preposti utili al caso. Usando questa condotta, non solo si eviterebbe di crear confusione;  contemporaneamente si favorirebbe l’immediato soccorso anche nel caso di malori dovuti al forte spavento.  Se dovessero verificarsi forti repliche, questo “mudus operandi” eviterebbe la condizione caotica riprodotta da un numero esiguo di persone riunite nello stesso posto, cosa che a mio avviso potrebbe creare maggiori danni della stessa scossa, per eventuali spazi vitali precari, visto il panico generato.  Favorirebbe il lavoro della protezione civile che in contatto con le altre zone avrebbe una visuale  piu’ ampia della situazione per luogo, visto il minor numero di persone cui dar seguito.  Oltretutto nel  ritorno a poche ore dalla scossa ( cosa che tutti ci auguriamo)  visti i postumi e la stanchezza accumulata, non dovremmo sottoporci a lunghi tratti di ritorno a piedi o in auto fino alle abitazioni.

Tutto questo nel caso di un sisma non distruttivo ( cosa che noi tutti ci auguriamo). Purtroppo nel malaugurato caso contrario non possiamo far altro che elargire il possibile è come la scienza propina prevenire i disastri. A  mio avviso si rendono fondamentali politiche con forti agevolazioni fiscali, locali,  applicate a controlli periodici è ristrutturazioni antisismiche.  Prevenire conseguenze, postume, formando la popolazione con percorsi tecnico-comportamentali. Impostare con esperti geologi un libretto con norme e  comportamenti fondamentali da tenere durante un sisma, avendo cura di inserire un poster riepilogativo da poter visionare periodicamente. Recapitare il manuale, gratuitamente, a casa di tutti i cittadini.  Munire la protezione civile di alcuni droni, per la visione ad ampio raggio dopo ogni sisma, la cui entità sia rilevante (utilizzabili anche per alluvioni, incendi e fenomeni di atra natura, oramai, retaggio costante di questo ed altri territori) ; per controllare nell’immediato eventuali danni alle abitazioni ed individuare strade impraticabili. Sistemare in un deposito comunale, antisismico,  attrezzi da cantiere, compresi guanti plastificati resistenti, per smuovere blocchi di piccola intensità, rottami con ruggine ed altro materiale di varia natura, tutto questo, per poter agire nell’immediato.  Includere in questo elenco, scarpe anti infortunistiche, tute anti taglio (rigorosamente di svariate taglie per tipologia di  prodotto) , elementi di utile ritorno, anche per situazioni meno drammatiche, per favorire è agevolare tutti i volontari che vogliano collaborare.  Creare un sistema di allerta tramite sms che informi i cittadini anche nel caso di altre calamità.

 

Questa è una bozza di  partenza mirata ad una LOGISTICA degli eventi e degli interventi; che può è deve esser discussa  in fondamentale accordo con le istituzioni e i tecnici del settore.

RINGRAZIO TUTTI PER L’ATTENZIONE.
Creato è pensato da: Naturale Vincenzo, San Severo(fg)

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