ARRESTATO A CAGNANO VARANO, PER TENTATA ESTORSIONE, ZITOLI PIGNATARO VINCENZO, LA “TIGRE DEL GARGANO”.
L’altroieri notte i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Giovanni Rotondo, unitamente a personale della Compagnia di Vico del Gargano, hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica, che aveva fin dall’inizio diretto le indagini, traendo in arresto ZITOLI PIGNATARO Vincenzo, quarantasettenne originario di San Severo ma residente a Cagnano Varano, conosciuto come “la tigre del Gargano”, figura di spicco della criminalità garganica, ritenuto responsabile di tentata estorsione e danneggiamento.
L’importante arresto rappresenta una concreta risposta della Procura della Repubblica e dell’Arma dei Carabinieri foggiane a gravi episodi estorsivi, che avevano creato un notevole allarme sociale, non solo nel comune di Cagnano Varano.
L’operazione è infatti giunta al termine di un’articolata e prolungata attività di indagine iniziata a seguito dell’esplosione di una bomba nel cuore dell’abitato di Cagnano Varano la notte del 22 giugno dello scorso anno. Il micidiale ordigno, confezionato artigianalmente ma da mani esperte con della dinamite, era stato posizionato a ridosso della saracinesca di un negozio di ferramenta del centro storico. L’esplosione era stata tanto potente da provocare ingenti danni anche all’interno dell’esercizio commerciale e la rottura dei vetri di tutte le finestre degli edifici attigui, venendo sentita a molta distanza dal luogo dell’accaduto.
Solo diversi mesi dopo la vittima aveva ricevuto alcune richieste estorsive sulla propria utenza telefonica, nelle quali l’ignoto interlocutore, poi identificato nell’arrestato, presentatosi come il responsabile del danneggiamento aveva intimato la consegna di 50.000 euro.
Grazie alla tempestiva denuncia della vittima, che aveva subito riferito ai Carabinieri quanto accaduto, era stato possibile “mirare” le indagini, affiancando a prolungati servizi di osservazione, controllo e pedinamento, complesse attività tecniche, con anche perizie foniche, che avevano consentito di individuare l’autore del delitto nello ZITOLI che, sottoposto all’epoca dei fatti agli arresti domiciliari in una comunità del Molise, approfittando di alcuni permessi concessigli per motivi sanitari, aveva organizzato degli incontri con la vittima per la riscossione del denaro richiesto, puntualmente però fatti saltare dai Carabinieri che, in accordo con il Magistrato della Procura di Foggia, si erano fatti trovare nei luoghi prescelti per la consegna.
Procura della Repubblica e Carabinieri, ora, continuano comunque ad indagare per individuare eventuali responsabilità dello ZITOLI in un secondo attentato subito dalla stessa vittima, la quale, nella notte del 3 novembre successivo, si era visto esplodere, addirittura su di una finestra della propria abitazione, un secondo ordigno, fortunatamente meno potente del primo.