Arrivano i “fin-fluencer”: come difendersi dalle truffe online
A chi non è capitato almeno una volta di trovarsi davanti a un fin-fluencer sui social? Parliamo di quei guru della finanza, pronti a svelare l’ultimo segreto sul trading, sugli NFT o qualsiasi altra opportunità di business. Naturalmente, in cambio di una “modica” cifra.
Il fenomeno ha raggiunto proporzioni tali che la Financial Conduct Authority (FCA), principale ente regolatore del settore finanziario britannico, ha dovuto prendere una posizione netta. Solo nel 2022 sono state rimosse più di 8.500 inserzioni pubblicitarie o promozionali, rivolte a un pubblico vasto (fatto anche di giovanissimi), su social media come Instagram, Facebook, YouTube e TikTok.
Il motivo? Tramite l’intervento degli influencer finanziari (o, appunto, “fin-fluencers“) o proponendo informazioni parziali o distorte, si spingeva a investire in prodotti finanziari moderni, poco trasparenti o talvolta riconducibili a vere e proprie truffe.
I confini di un problema inquietante
L’impatto negativo sul tessuto sociale è molto evidente. L’intervento dell’FCA ha infatti imposto una modifica importante alle Policy sulle inserzioni pubblicitarie di colossi di Big Tech. Parliamo di aziende come Google, Meta, Twitter e Microsoft, che sono dovute intervenire attivamente per bloccare queste pubblicità che sponsorizzavano prodotti fraudolenti.
E nel mirino sono finiti operatori di ogni tipo. Dal broker online con milioni di utenti a livello mondiale (il cui nome non è stato rivelato per evitare danni di reputazione), fino all’exchange di criptovalute non regolamentato. Proprio quest’ultimo avrebbe messo nel mirino specificamente utenti che avevano cercato prestiti online nell’ultimo periodo.
Quando si parla di inserzioni pubblicitarie che sponsorizzano prodotti finanziari, il rigore è d’obbligo. In Italia è l’AGCM a monitorare il settore, verificando che venga osservata la normativa sulla corretta informazione finanziaria, anche online. Sul sito ufficiale dell’ente si può anche trovare uno strumento per la segnalazione delle truffe digitali.
Ma, nonostante l’impegno delle autorità europee, i rischi sarebbero in continuo aumento. Potenti strumenti come l’IA e il machine learning sarebbero infatti utilizzati attivamente anche in questo campo. Lo scopo è creare un’enorme massa di contenuti promozionali per strumenti finanziari “spazzatura”. Dopotutto, il ritorno economico è ciò che interessa principalmente alle organizzazioni criminali.
Chi finisce nel mirino?
Ovviamente, persone di tutte le età utilizzano ogni giorno i social. Di conseguenza, i video sponsorizzati e i post promozionali possono raggiungere persone di ogni tipo. Ma a rischio sono principalmente i minorenni, in questo caso specifico. Persone con una disponibilità finanziaria magari limitata ma una maggiore propensione al rischio e all’investimento in prodotti moderni e non regolamentati.
Come ci si protegge da questi rischi?
Oltre a segnalare casi sospetti alle autorità competenti, ci sono molti strumenti, anche gratuiti, già disponibili al grande pubblico:
- Ad blocker: questi tool bloccano le pubblicità dannose, principalmente su Google. Nel caso in cui abbiano attivo anche un blocco popup, limiteranno o annulleranno del tutto quelle pubblicità fastidiose che compaiono improvvisamente sul nostro schermo. E questo non vale esclusivamente per le inserzioni che sponsorizzano strumenti finanziari. In fin dei conti, i fornitori di servizi e prodotti che si basano su strategie così estreme, spesso non sono particolarmente interessati all’etica o al benessere dell’utente.
- VPN: le Virtual Private Network sono in grado di anonimizzare l’attività online ed evitare il monitoraggio esterno da parte di terzi. Se vuoi capire meglio vpn come funziona, è importante sapere che queste reti private rendono molto più difficile l’attività di profilazione online. Considerando che molte di queste pubblicità online hanno target precisi, con una VPN in funzione l’attività di profilazione è molto più complessa.
- Bloccare i contenuti: molte app social permettono di bloccare qualsiasi tipo di contenuto, incluse le pubblicità. Oltre a segnalare eventuali contenuti a rischio, il blocco ci permette di aumentare immediatamente gli standard di sicurezza. Questo strumento è particolarmente utile per i genitori che vogliono rendere più sicura la navigazione online ai propri figli, ad esempio.
Questi sono solo alcuni dei rimedi possibili. L’ingrediente che non può mai mancare è un pizzico di sano scetticismo, soprattutto quando si parla di denaro.