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BASKET A GOGÒ

di VANNI PELUSO CASSESE

In settembre scrissi che quest’anno il basket nostrano avrebbe fatto divertire. E così è stato. Perché la squadra giallonera, così come costruita, aveva finalmente un…senso. E poi i giovani pur se non garanzia di assoluta affidabilità, quantomeno assicurano passione ed entusiasmo per la grande brama che hanno di mettersi in mostra. Molto bene ha fatto coach BECHI a dettare un progetto che non fosse quello solito stereotipato di mettere assieme un’accozzaglia di giocatori. Bisogna proprio riconoscergli d’aver avuto coraggio, un coraggio direi quasi stoico, facendo ancor più che i propri, gli interessi della Società. Altrettanto è stato temerario nell’impuntarsi a non volere un affidabile pivot di ruolo. La partecipazione alla serie ‘A’, ancorché ‘A2’, so bene non essere certo un campionato agevole da condurre. Richiede, tuttavia, un pur minimo accenno di progettualità, che non può certo esaurirsi solo nella fascia di classifica da conquistare a fine annata agonistica. Che siano i play off, o la promozione, oppure l’evitare la retrocessione. È che bisogna saper anticipare anche il senso di quello che dovrà essere il campionato o i campionati successivi. È questo il motivo per cui non ha significato imbottire una squadra di giocatori ormai…cotti, oppure di giocatori che hanno a lungo peregrinato da una squadra all’altra della penisola. E poi gli stranieri. Due di loro quest’anno sono…fuggiti a gambe levate. E non è la prima volta che ciò accade. Ci si domanda come mai? Forse è perché cercano una località che sia in grado di assicurare loro un tenore di vita a misura della loro gioventù e quantomeno somigliante al loro vissuto come quello, che so, di Cincinnati o di Philadelphia. San Severo certo non mostra d’essere seducente da questo punto di vista, ancorché l’afflato del suo popolo verso squadra e giocatori ha proprio pochi confronti in Italia. Al riguardo sono sempre stato dell’idea che invece di avere come riferimento necessariamente giocatori degli States, per la realtà socio-sportivo-economica qual è la nostra, sarebbe più opportuno volgersi…ad oriente. Sì, giovani slavi, serbi o croati o lituani o comunque dell’est potrebbero essere più allettanti per la nostra realtà. Loro hanno molta più…fame, in tutti i sensi. Intanto restiamo in attesa che finalmente qualche virgulto indigeno venga a…rallegrare il basket locale. Ma torniamo al campionato disputato. Ottimo, senza alcun dubbio! Veemenza difensiva, rapidità nelle transizioni hanno celebrato il basket che mi piace, che è poi quello che piace al pubblico e che ha dato origine alla passione e alla tradizione cestistica a San Severo. Ed ecco che l’accesso ai play off è stato un risultato, invero, fantastico. Già, perché messo a confronto con quelli ottenuti in questi ultimi anni ha del chimerico. Pubblico gasato a mille. Nessuna ennesima attesa di speranzoso ripescaggio. Immagine a livello nazionale fortemente rivalutata. Dirigenza e sponsor finalmente ri…stimolati e perciò incoraggiati a proseguire nel loro percorso di mecenatismo. Il brand ‘Cestistica’, che si riappropria di traguardi da…prima volta. Insomma, un basket che rinasce. Ora, ad evitare che resti un campionato beffardo, bisogna…semplicemente consolidare e dare continuità ad un progetto che è quello giusto per l’attuale realtà sanseverese. Domani chissà.

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