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Calamità in Puglia per la siccità grave e perdurante: chiude la diga di Occhito

Nella serata di oggi, lunedì 12 agosto, è prevista la chiusura della diga di Occhito.

“Con il rilascio degli ultimi 2 milioni di metri cubi d’acqua ancora disponibili ad uso irriguo, stasera, alle ore 19, chiuderà definitivamente la diga di Occhito, il più grande invaso artificiale della Capitanata, ma anche il nodo idraulico di Finocchito alle ore 21 verrà chiuso per garantire l’acqua che resta all’uso potabile. A darne notizia è Coldiretti Puglia, informando che l’acqua presente nella diga Capaccio sarà destinata all’area industriale e all’Enplus”.

“Si apre così uno scenario critico quanto pericoloso, sia per il rischio che alcuni campi di pomodoro non arrivino a fine produzione, che per il saltare dei trapianti degli ortaggi d’autunno e vernini, quali verdure e ortaggi che vengono messi a dimora in questo periodo dell’anno, con il fine di essere pronti al consumo in autunno e nella stagione invernale, ma poiché senza acqua le piantine non avrebbero dunque alcuna garanzia di sopravvivenza!”, puntualizza Mario DE MATTEO, Vicepresidente Coldiretti Puglia.

“Intanto vi è anche un razionamento di acqua fornita dalle autobotti, con il carico attivo solo in alcune fasce orarie, nonché con il rischio che gli animali nelle stalle non abbiano più acqua per abbeverarsi”, dichiara Coldiretti Puglia, aggiungendo:

“È calamità dunque in Puglia per la siccità grave e perdurante che sta costringendo gli agricoltori all’irrigazione di soccorso, e con costi altissimi per il gasolio che serve a tirare l’acqua dai pozzi e rifornirsi con le autobotti anche per abbeverare gli animali nelle stalle con i pozzi artesiani che stanno franando, mentre altri pozzi a falda superficiale stanno scomparendo e si stanno prosciugando, dopo che la crisi idrica ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l’aggravio dei costi per l’acquisto di mangimi per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle.
A risentire è tutto il settore agricolo nel 2024 divenuto rovente con la frutta e la verdura in campo bruciate dal solleone e i frequenti incendi a macchia di leopardo in tutta la Puglia. Stanno soffrendo il caldo e la mancanza di acqua gli animali nelle stalle dove le mucche per lo stress delle alte temperature stanno producendo fino al 30% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali”.

“L’allarme caldo e siccità si fa più grave in un 2024 con un estate iniziata torrida dopo Il giugno più caldo di sempre, quando secondo i nuovi dati di Isac Cnr i primi cinque mesi dell’anno si collocano in testa alla classifica dei più caldi, con oltre un grado e mezzo in più rispetto alla media dal 1800 ad oggi, un’anomalia di +1,67° al Sud. Un trend che candida il 2024 nella top ten degli anni più roventi negli ultimi due secoli che si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2023, il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020”, secondo le elaborazioni Coldiretti.

“Serve una stretta sulla gestione dell’acqua in Puglia dove i campi e le stalle sono interessate dall’emergenza siccità, a partire dalla mancanza delle manutenzioni ordinarie e straordinarie per cui comunque agli agricoltori vengono recapitate le cartelle pazze, ma lo stesso vale per le opere irrigue di cui molte sono incomplete, e spesso in stato precario, con perdite non più sostenibili ed anche gli invasi realizzati hanno necessità di essere riqualificati, ampliati e resi idonei per una moderna distribuzione sull’area regionale”.

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