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Calvo: E’ fallimentare il progetto Ipermercato a San Severo su una superficie di 141.270 mq

Il 23 marzo 2015 si svolgerà la conferenza dei servizi per valutare la proposta di realizzazione di un ipermercato a San Severo su una superficie di 141.270 metri quadrati. Come è noto la Giunta comunale ha dato il parere favorevole all’iniziativa imprenditoriale, escludendo il Consiglio comunale da una indispensabile discussione nel merito di un progetto che rischia di essere la “tomba” del commercio locale. La costruzione di un grande centro commerciale alle porte di San Severo genererebbe un impoverimento che il nostro territorio, la nostra

 

economia, il nostro mondo del lavoro non si può più permettere. Denunciamo all’opinione pubblica il silenzio delle locali associazioni di categoria che dovrebbero tutelare i commercianti e l’atteggiamento omissivo dei consiglieri comunali sull’argomento; inoltre ci chiediamo se il consigliere Lallo, già candidato sindaco del centrodestra alle scorse amministrative, dopo il sostegno dato alla politica fallimentare di Miglio sul tema dei rifiuti e la sua inerzia su una tale proposta progettuale devastante per l’economia locale, possa ancora rappresentare le ragioni dell’opposizione. Crediamo proprio di NO!

L’Amministrazione Damone/Miglio/Emiliano persegue caparbiamente un fine speculativo – clientelare consistente nell’ottenimento di un’autorizzazione per una grande struttura di vendita in favore di “amici”, in modo da poter promettere posti di lavoro, illudendo migliaia di disoccupati alla vigilia della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale.

In verità il format dell’ipermercato è in crisi. Negli ultimi anni il crollo dei consumi ha dimezzato gli investimenti per le nuove aperture di ipermercati, ha ridotto le superfici di vendita, ha eroso i margini degli operatori commerciali e innescato chiusure e trasformazioni con massicci ricorsi agli ammortizzatori sociali. Basti pensare che Carrefour ha perso 600 milioni di vendite in un triennio e Auchan ha perso 200 milioni.

La delibera di Giunta comunale n. 115 del 14.11.2014, con la quale è stato espresso il parere favorevole alla proposta progettuale di MDU SRL, è priva di qualsiasi analisi socio-economica della realtà locale, di una verifica sul dimensionamento della rete distributiva esistente e degli effetti previsti su di essa dal nuovo insediamento commerciale, inoltre è priva del documento di compatibilità ambientale e di coerenza con il Piano di Disinquinamento Acustico e contrasta con il vigente Piano Urbano del Commercio che ha limitato l’insediamento di grandi strutture in favore della valorizzazione di piccole e medie strutture di vendita attraverso l’attuazione delle azioni previste dal Distretto Urbano del Commercio, ormai dimenticato nei cassetti di Miglio.

Uno studio di CGIA Mestre mette in evidenza che i grandi centri commerciali soffocano il piccolo commercio e l’indotto che da quest’ultimo deriva, e non sono in grado di compensare la perdita né in termini di posti di lavoro, dato che ne offrono di meno, per la maggior parte con contratti precari e con un profilo professionale basso, né in termini di qualità del servizio, qualità dei rapporti umani, qualità dell’ambiente. Per ogni occupato che ha trovato un’occupazione nei centri commerciali, si sono persi sei posti di lavoro nelle piccole attività. Gli ipermercati esercitano, di fatto, una concorrenza sleale nei confronti dei piccoli commercianti, perché possono permettersi, ad esempio, prezzi, orari e calendari di apertura (14/16 ore al giorno per 7/7 giorni la settimana) che le “botteghe” non possono sostenere. La concentrazione dei consumi nei weekend favorisce solo la grande distribuzione, contribuendo all’aumento dell’erosione di quote di mercato della gran parte dei piccoli esercizi, che non possono sostenere l’aggravio di costi in particolare a valere sul fattore lavoro, derivante da un regime di apertura continua che non ha eguali in Europa. Normalmente, la realizzazione di un ipermercato crea un deserto urbano, con il centro della città che viene svuotato di contenuti e luoghi di incontro.

Alla conferenza di servizi presso la Regione Puglia parteciperanno anche i rappresentanti regionali di sindacati e di associazioni dei commercianti, pertanto ci auguriamo che in quella sede possano prevalere le ragioni delle piccole e medie imprese commerciali contro gli interessi di speculatori venuti dal nord Italia che hanno a cuore unicamente le loro “tasche” a danno del bene comune.

Primiano Calvo

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