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Cambio di rotta per la Banca Centrale Europea? Sospensione dei rialzi dei tassi in vista dopo l’estate

La panoramica finanziaria europea potrebbe assistere a una pausa nel ritmo frenetico di rialzi dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE), dopo l’ultimo previsto aumento a luglio.

Il comitato direttivo della BCE sembra unanime riguardo all’aumento dei tassi di luglio, ma segnali sempre più forti, riprendendo quanto scritto su tradingonline.com, suggeriscono che tale decisione potrebbe rappresentare un’ultima mossa prima di una pausa nel ciclo di rialzi.

Le recenti osservazioni dei presidenti della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e della Banca Centrale Olandese, Klaas Knot, hanno alimentato queste speculazioni. Con la prossima decisione di luglio quasi scontata, gli occhi degli esperti si stanno ora rivolgendo verso l’autunno, cercando di decifrare i segnali e le indicazioni della futura politica monetaria.

Il mercato dei cambi sarà sensibile alle decisioni della BCE

Il mercato dei cambi (Forex) sembra destinato a rispondere in maniera sensibile alle prossime mosse della BCE.

Secondo un recente articolo di Bloomberg, la strada per il futuro della politica monetaria della BCE potrebbe essere meno lineare del previsto, suggerendo l’idea di una pausa nell’aumento dei tassi dopo un anno di continui rialzi. Tuttavia, queste previsioni dipenderanno in gran parte dai prossimi sviluppi economici dell’Eurozona.

L’opinione prevalente è che la BCE seguirà l’esempio della Federal Reserve statunitense, che ha già interrotto la sua sequenza di rialzi dei tassi. I commenti di Visco e Knot hanno alimentato questa speculazione.

Visco, che ha recentemente ricoperto il ruolo di governatore della Banca d’Italia dopo una carriera fruttuosa presso la BCE, e ha dichiarato che l’impatto della politica monetaria sulla realtà economica non sarà immediato. Ha suggerito che siamo vicini a raggiungere il culmine degli aumenti dei tassi, pur non definendo un preciso intervallo temporale.

D’altro canto, Knot ha etichettato l’aumento dei tassi di luglio come un passo “inevitabile“, ma ha indicato che qualsiasi ulteriore incremento potrebbe essere solo una “possibilità” piuttosto che una certezza.

Il tasso d’interesse potrebbe arrivare intorno al 4% in autunno

UBS, il gigante bancario svizzero, prevede che il tasso di interesse potrebbe raggiungere un picco del 4% entro settembre. Ciò significherebbe un rialzo di 25 punti base a luglio e un ulteriore incremento dello stesso valore a settembre. Tuttavia, UBS ha anche rilevato un “rischio significativo” che il tasso di interesse potrebbe toccare il 4,25% ad ottobre.

Parallelamente, UBS ha ridimensionato le sue previsioni di crescita per l’Eurozona per il 2023 e il 2024. Ora prevede una crescita economica europea dello 0,5% nel 2023 e dello 0,7% nel 2024, rispetto alle previsioni iniziali dello 0,8% e 1% rispettivamente.

Mentre l’industria finanziaria rimane in attesa di conferme o smentite riguardo alla possibile pausa nei rialzi dei tassi da parte della BCE, si apre un periodo di intensa speculazione. Gli sviluppi futuri saranno strettamente legati all’andamento economico dell’Eurozona nei prossimi mesi.

Tajani: la politica della BCE spaventa imprese e famiglie

Le decisioni della Banca Centrale Europea (BCE) non trovano tutti d’accordo. Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier, ha espresso pubblicamente il suo dissenso sulle mosse della BCE durante l’Assemblea Nazionale di Coldiretti a Roma.

In caso di aumento dei tassi di interesse a luglio da parte della BCE, secondo Tajani, tale mossa non sarà la strategia giusta in questo momento di incertezza economica. Ha inoltre sottolineato come tale decisione possa potenzialmente spaventare le imprese e le famiglie, oltre a non essere una soluzione efficace al problema dell’inflazione.

Tajani ha detto: “Non condivido quello che fa la BCE: aumentare i tassi d’interesse quando l’inflazione è provocata dal rincaro delle materie prime non funziona e spaventa“. Queste parole riflettono la preoccupazione che l’aumento dei tassi possa agire come un freno sulle imprese e sulle famiglie, in un periodo in cui la crescita economica è di vitale importanza.

Inoltre, Tajani ha sottolineato che l’inflazione attuale è alimentata soprattutto dall’aumento dei prezzi delle materie prime. A suo avviso, l’aumento dei tassi d’interesse da parte della BCE non è la risposta adeguata a questo fenomeno. Ha quindi esortato la BCE a non soffocare l’economia con una politica monetaria troppo rigida.

L’intervento di Tajani evidenzia una tensione tra le politiche monetarie europee e le esigenze nazionali. La sua critica apre un dibattito sulla capacità della BCE di rispondere in modo flessibile alle sfide economiche che variano da paese a paese.

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