CAPORALATO, IMPRESE DI CAPITANATA E PUGLIA RINUNCIANO A ‘WHITE LIST’ LAVORO AGRICOLO

L’EDITORIALE DI DESIO CRISTALLI
La Rete del Lavoro Agricolo di Qualità contro lo SFRUTTAMENTO e il CAPORALATO non è evidentemente molto gradito alle aziende agricole di Capitanata e Puglia intera. Un aggiornamento effettuato di recente infatti registra un vistoso arretramento di adesioni, “un segnale – afferma la FLAI CGIL – che aziende che avevano presentato domanda di adesione alla Rete non erano proprio VIRTUOSE come avevano certificato nel recente passato”. Infatti soltanto le imprese agricole che si dimostrano rispettose delle leggi in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto dovrebbero aderire alla RETE DEL LAVORO AGRICOLO DI QUALITA’, istituita dalla Legge n. 116 del 2014 e poi modificata dalla Legge n. 199 del 2016, cioè la legge che è il simbolo in Italia di una CONCRETA E VERA LOTTA AL CAPORALATO E ALLO SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI DEI CAMPI. Tale Rete è stata istituita presso l’INPS per certificare inoppugnabilmente le imprese agricole dei territori che non sono prioritariamente oggetto dei controlli di organi di vigilanza. Tale WHITE LIST in Capitanata e Puglia è passata dalle circa 11.509 aziende iscritte nel 2021 alle 1.400 presenti a settembre 2023. Il monitoraggio di maggio scorso, invece, ha fatto registrare un dato ancora di molto inferiore, cioè poco più di 1.250 aziende. A livello territoriale il Foggiano presenta il 39% delle imprese registrate e, tranne che per il Barese, quote nettamente inferiori in altri province. La FLAI CGIL ha spiegato che sono “dati irrisori considerato che la nostra regione ha circa 77.000 aziende attive, delle quali quasi 30.000 ricorrono alle assunzioni stagionali”. La FLAI CGIL ha commentato negativamente i dati dell’ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO, che hanno registrato il 53% di imprese non in regola, ma soprattutto la bassa incidenza di controlli che porta un’azienda a essere oggetto di ispezione mediamente una volta ogni 33 anni. Dovremmo spingere tutte le aziende di Puglia e Capitanata a iscriversi alla Rete del lavoro agricolo di qualità…e invece la realtà è quella deludente descritta! Sembra assurdo ma è la triste realtà di casa nostra nel settore economicamente vitale…
