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CENTRO STUDI NATURALISTICI E WWF CHIEDONO UN CONFRONTO COSTRUTTIVO SUL DISEGNO DI LEGGE REGIONALE SULLA CACCIA

Il Disegno di Legge della Regione Puglia sulla caccia “Norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio” appare, come al momento formulato, irricevibile per le associazioni ambientaliste ACLI Ambiente Foggia, Centro Studi Naturalistici e WWF Foggia.

A partire dal titolo, non si comprende l’eliminazione del riferimento alla “tutela delle risorse faunistico ambientali” presente invece nella denominazione della vecchia Legge.

Entrando nel merito, se lo scopo del riscrivere la Legge regionale sulla caccia era renderla compatibile con la soppressione delle competenze in materia delle Provincie, per le Associazioni tale obiettivo non è stato conseguito poiché le lacune già evidenziate restano senza soluzione.

Non si comprende perché non siano state avocate all’Osservatorio Faunistico Regionale le competenze in materia di censimento della fauna e di censimento del territorio per il miglioramento dell’habitat a fini ecologici che la legge vigente attribuisce agli osservatori faunistici provinciali. Senza che sia individuato nella Legge, come fa invece quella vigente, chi ha la competenza di disporre i censimenti, si rimane senza strumenti di valutazione oggettivi e non sarà, pertanto, possibile valutare le conseguenze dell’attività venatoria sulla fauna e l’ambiente.

Senza aver stabilito chi ha la competenza sui censimenti, le Associazioni si chiedono come si possano ipotizzare attività di ripopolamento che, tra le altre controindicazioni, hanno sempre dato pochi risultati positivi impegnando somme considerevoli (ad esempio, il costo di una sola lepre comune da ripopolamento si aggira attorno ai 200 euro) e creato gravi problemi come l’introduzione di varietà dannose come il cinghiale Est europeo.

ACLI Ambiente Foggia, Centro Studi Naturalistici e WWF Foggia, rimanendo sempre in tema “ripopolamenti”, si chiedono perché non sia stata abrogata dalla nuova Legge la possibilità di fare ripopolamenti con animali d’importazione anche per conseguire il “miglioramento genetico” della fauna alloctona. È questa la norma che ha reso possibile l’estinzione del cinghiale italiano di ceppo “maremmano”, poco prolifico e di taglia contenuta, con l’introduzione di cinghiali dall’Est europeo molto prolifici e di grandi dimensioni, fino a 150 Kg, e ha contribuito a far inserire il cinghiale tra le 100 peggiori specie invasive più dannose al mondo. Alterare, con “miglioramenti genetici”, la fauna selvatica è sempre pericoloso, per l’ambiente, per l’equilibrio faunistico oltre che per l’uomo.

Il Disegno di Legge non inibisce la possibilità di liberare animali “pronta caccia” considerato che, anche nella nuova normativa proposta, resta la possibilità di liberare fauna selvatica per fini di ripopolamento fino al 31 agosto, consentendo la possibilità di “aprire la caccia” sin dal 1 settembre. In queste condizioni si consente una vera e propria mattanza di animali immessi nel territorio poco tempo dopo il soggiorno prolungato nelle gabbie degli allevamenti. Animali che, non ancora adattati all’ambiente naturale in cui si trovano, diventano facile preda di cacciatori evidentemente interessati solo a “fare carniere” e non ad “esercitare la nobile arte della caccia” come da loro stessi definita.

Ci sono poi cinque specie ancora cacciabili, nonostante siano state classificate “SPEC 1” dall’ultimo rapporto di BirdLife International sulla base di dati scientifici di monitoraggio: coturnice, moriglione, pavoncella, tortora selvatica e tordo sassello. Una nuova legge non si scrive tutti i giorni, può e deve essere l’occasione per un aggiornamento che renda la gestione venatoria più aderente alla realtà faunistica e ambientale.

Non è inoltre accettabile che la rappresentatività della società civile all’interno degli organi istituiti dalla legge (p. es. Comitato tecnico regionale), sia così palesemente iniqua con una risicata rappresentanza dei portatori di interessi collettivi come le associazioni ambientaliste, mentre è totalmente rappresentato chi è portatore di interessi particolari.

Ancora, inaudito, la proposta di legge non tiene in alcuna considerazione né i Piani di gestione approvati dei SIC e ZPS, né le Misure di conservazione per i SIC emanate con apposito Regolamento dalla stessa Regione Puglia! Tra queste misure, ad esempio, vi è il divieto di utilizzo di munizioni con pallini di piombo o contenenti piombo per l’attività venatoria all’interno e nei pressi delle zone umide.

A queste gravi “distrazioni” fa da contrappeso la meticolosità con cui si cambiano gli indicatori per l’ammissione dei cacciatori sul territorio degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC).  Sulla base di queste variazioni, considerando ad esempio la provincia di Foggia si potrebbero avere sino a 4300 di cacciatori “d’importazione” contro i poco più dei 1300 ammessi sino a oggi.

Che il disegno di legge sia stato scritto frettolosamente, con vari copia e incolla senza controlli, si deduce dalla circostanza che interi paragrafi sono stati pedissequamente riportati come sono state riportate descrizioni desuete, a esempio le AUSL per indicare le Aziende Sanitarie Locali, o citati corpi di Polizia non più esistenti come il Corpo Forestale dello Stato.

È dallo scorso autunno che ACLI Ambiente Foggia, Centro Studi Naturalistici e WWF Foggia segnalano l’urgenza di un aggiornamento normativo sulla caccia.  Si poteva quindi fare meglio e in tempi minori, evitando provvedimenti superficiali e con marchiani errori, se prima di presentare il DDL regionale, l’Assessore avesse provveduto ad organizzare incontri di confronto tra tutte le associazioni, ambientaliste, agricole e venatorie, per aggiornare oltre la Legge Regionale anche il regolamento attuativo sul quale, ad oggi, non è nemmeno iniziata la riflessione.

Per questi ed altri aspetti, ACLI Ambiente Foggia, Centro Studi Naturalistici e WWF Foggia invitano l’Assessore regionale alla caccia a riconsiderare il DDL proposto, ribadendo la disponibilità ad un confronto costruttivo per migliorare la normativa regionale e renderla più efficace nella difesa e tutela della fauna stanziale e migratoria che deve essere valorizzata e non sterminata a colpi di fucile soltanto per il divertimento di una minoranza di cittadini

Foggia, 23.05.2017                                                                                         ACLI Ambiente Foggia

Centro Studi Naturalistici Foggia

WWF Foggia

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