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CHE SUCCEDE AL TESSUTO SOCIALE DI SAN SEVERO?

di DESIO CRISTALLI

La museruola messa quest’anno dalle Forze dell’Ordine alla peggiore criminalità e alla delinquenza ‘veniale’ di questa Città aveva forse illuso un po’ tutti che si potesse finalmente vivere un po’ più tranquilli. E invece emergono altri fenomeni negativi che destano preoccupazione in chi osserva attentamente – e non siamo solo noi ma tante gente perbene di questa terra – quel che sta accadendo nelle nostre strade. Nell’ultimo periodo abbiamo dovuto assistere a ragazzacci di strada che assalgono a parolacce e a pietre Vigili del Fuoco e Carabinieri, delinquenti travestiti da cittadini a modo che reagiscono a multe e a interventi sacrosanti di Polizia Municipale ed altri tutori urbani con minacce e resistenze da codice penale, genitori che picchiano o minacciano gli insegnanti dei figli e figli…che imitano le peggiori esternazioni dei cosiddetti ‘grandi’!Non parliamo poi della tuttora consistente circolazione di stupefacenti, dello schifo soprattutto periferico…ma non solo…delle discariche a cielo aperto e di altro che ormai non viene più neanche denunciato dai cittadini per paura di ritorsioni malavitose e/o di convinzione di non veder puniti i malfattori di turno. Insomma parliamo di un tessuto urbano sfilacciato, consunto, reso alquanto incivile da una teppaglia di vecchio e nuovo stampo. Tutto ciò rende la nostra Città (con buona parte del resto della Capitanata)più povera di risorse umane perché tanti dei migliori (giovani soprattutto) scappano via senza neppure ipotizzareun futuro ritorno.E’ questo il peso morale peggiore che siamo costretti a portarci dietro, favorito da una assuefazione al peggio che forse renderà sempre più preoccupante il futuro di casa nostra. Speravamo di lasciare questa terra migliore di quella consegnataci dai nostri bisnonni e nonni ed invece ci ritroviamo qui a cantare già il ‘de profundis’ alla terra che quando DIO vorrà consegneremo ai nostri figli e nipoti. Forse è una grave colpa che non ci perdoneranno mai, soprattutto per non aver saputo reagire facendo convintamente squadra per sollecitare a ‘stringere i freni’ tutte le Istituzioni d’ogni genere e d’ogni livello. E’ amaro ma è un calice che forse dovremo tracannare senza speranza. Non ci rimane che sperare SOLO in una mano del Padreterno!E non è né vittimismo, né autolesionismo, ma solo attenta ed obiettiva osservazione della mediocre realtà che ci circonda, analisi pienamente condivisa dal concittadino prof. PASQUALE CORSI nel suo autorevole e fustigante intervento all’8^ edizione del PREMIO CAPITANATA dei giorni scorsi. Mala tempora!

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