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“ChePizza!”, al “Foyer ‘97 – Teatro Cantina” tra cibo, musica e performance artistiche.

A San Severo, il “Teatro Cantina”, ospita gli imprenditori, gli artigiani, e li mette in scena con un format che ne racconta la mission. Non semplici imprenditori ma interpreti moderni del “cibo”, in un mercato in evoluzione e local-global. Un format che potrebbe essere “il timbro” (tra i tanti spettacoli che e gli argomenti che affrontano: Francesco Gravino; Nicola Giuliani e Michele de Lilla) per il locale di via Cristoforo Colombo. I giovani imprenditori dell’evento scorso, che s’intitolava “ChePizza!”, sono quelli della “Pizzeria Licio & Agnese”. Il pubblico vive un’atmosfera familiare, all’interno del contenitore artistico-culturale che sta crescendo molto nei numeri e nei consensi. Con pizza, musica e simpatiche performance artistiche, nei panni del “bravo presentatore”, Michele de Lilla detta i vari momenti dello spettacolo e sfoggia il suo sapere nel settore a lui congeniale, quello dell’enogastronomia; Francesco Gravino, è l’attore-regista degli avvenimenti che si susseguono e lo vedono nei panni di entrambe le figure, muovendosi con disinvoltura e maestria; Nicola Giuliani, interpreta sé stesso: il cantautore, e “menestrello” all’occorrenza, tra musica e poesia. La serata, ha vissuto momenti in cui si è parlato del grano, dell’olio extravergine d’oliva, tutto a “Km zero”, e del vino delle cantine di Michele Nardella, che ha accompagnato le degustazioni delle varie qualità di pizza (in abbinamento) oltre che del dolce tipico della Pasqua sanseverese (“la Scarcella”), realizzata per l’occasione, da Agnese Priore, moglie di Licio Cassone che svela alcuni segreti della “loro” pizza, quella di Licio&Agnese: “È un format interessante, quello che va in scena a ‘Teatro Cantina’ e risulta originale. Inoltre, sembra di stare in famiglia – ha esordito Licio Cassone, che lascia trapelare alcuni dei segreti della pizza di qualità – Sicuramente va approfondito il discorso della ‘maturazione’ dell’impasto, perché da ciò dipende la sua digeribilità. Ma c’è l’ingrediente principe da tener presente: la farina; elemento su cui agire per il tempo di maturazione. Inoltre dall’insieme di questa formula, dipende la qualità del prodotto (che poi si arricchisce con l’olio extra vergine d’oliva di nostra produzione, così come le verdure di stagione, del nostro orto, e del pomodoro selezionato). Le farine che uso sono legate al nostro territorio – continua Licio Cassone – e Raffaele Piano, di Apricena, è bravo a fare una farina con germe di grano ‘vivo’ (uso la ‘0’, la ‘1’ e l’integrale). Fondamentalmente, la ‘0’ con una maturazione di 10 ore dà un’ottima digeribilità e si raggiunge anche ‘l’optimum’ complessivo. Questo è uno dei segreti, ma ne ho già svelati altri, della pizza che facciamo noi. È nostra viva convinzione consegnare al cliente un prodotto genuino. È questa la nostra priorità”. Licio e Agnese, così concludono: “Un ringraziamento particolare agli amici del Teatro Cantina, che ci hanno fortemente voluti in questa esperienza, regalandoci forte emozioni”. In realtà, a San Severo, la tradizione della pizza (dallo scorso anno, patrimonio dell’UNESCO) è radicata e lo dicono anche i numeri: “A fine anni ’80 – evidenziano Licio e Agnese – c’erano 22 forni e 4 pizzerie. Oggi, non riesco più a contarle e il mercato non risente affatto della crisi. La concorrenza non va ad inficiare il numero di pizzerie aperte, comprese quelle che la fanno al ‘piatto’. Noi, invece, usiamo le teglie o da poco tempo faccio anche quella ‘alla pala’, direttamente sulla pietra. Ne vien fuori una pizza croccante”. Durante la serata, tra una gag di Francesco Gravino e una canzone di Nicola Giuliani, il pubblico, dopo la teoria, ha gustato le pizze al pomodoro, alla cipolla Sponsale o porraia (la cui produzione è di nicchia), la “paposcia” alle verdure di campagna e la Scarcella.
Beniamino PASCALE

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