Cultura

“Chiacchiere da bar” Il Margarita

di Enzo Tamalio

Il Margarita è un cocktail storico, il portabandiera dei colori messicani, visto che l’ingrediente principale è la tequila, la famosa acquavite distillata dall’agave.La ricetta è semplice e cristallina e racchiude in sé tutto il sapore del Messico: tequilatriple sec e succo di lime o limone a completare il tutto un po’ di sale sull’orlo del bicchiere una logico richiamo al tipico ritual che accompagna il consumo di tequila. Il suo nome ha derivazione spagnola, la cui traduzione è margherita. Ma Margaritaè anche un termine latino, che significa perla. Tra le varie ipotesi sull’origine del cocktail Margarita, c’è quella di William Grimes, che ha scritto Straight Up or On the Rocks: The Story of the American Cocktail : secondo le sue ricerche, molte persone avrebbero testimoniato di aver bevuto il Margarita in Messico negli anni ’30, escludendo così i papabili ideatori di questo cocktail, datati dagli anni ’40 in poi.In tanti si contendono la paternità:Secondo quanto dice Salvador Negrete, figlio di Daniel (1936), la tradizione di famiglia vuole che Daniel avesse aperto un bar al GarciCrispo Hotel, con suo fratello David, e il giorno prima del matrimonio di David, Daniel presentasse il Margarita come regalo di nozze per Margarita, sua cognata;                                                                                In Texas, un barman, Pancho Morales inventò il Margarita il 4 di Luglio del 1942, in un bar a Juàrez, chiamato Tommy’sPlace. Sembra che una donna avesse chiesto un Magnolia, ma Morales non era certo della ricetta, così improvvisò e la sua creazione divenne un successo;                                                                                                 “Carlos “Danny” Herrera (1947-1948) Una showgirl (e talvolta attrice) che si faceva chiamare Marjorie King, era allergica ai liquori, tranne che alla tequila, ma non amava berla col sale e limone, così Herrera cominciò a sperimentare e creò un miscuglio fatto da tre parti di tequila, due parti di Cointreau e una parte di succo di limone. Aggiunse ghiaccio tritato e shakerò,crendo una miscela liscia e salata che chiamò Margarita;                                                  Margaret Sames (Dicembre 1948) inventò il cocktail ad Acapulco. Sames usò una parte di Cointreau, tre parti di tequila ed una parte di succo di lime. Sapendo che molte persone bevevano la tequila dopo aver leccato del sale, decise di guarnire il suo cocktail con una crosta di sale;A prescindere da chi sia l’ideatore questo cocktail e un perfetto compagno di viaggio nelle giornate in riva al mare ,semmai nella versione frozen.È forse il cocktail più conosciuto al mondo tanto gli americani lo festeggiano ogni 22 febbraio con il “National Margarita Day”.Era il drink preferito da Jack Kerouac nei suoi folli viaggi in Messico. L’autore di “On the road” non faceva sconti a nessuno in quanto a vizi ed esuberanza anche se consigliava: “non bere per ubriacarti, ma per goderti la vita”. La misura del piacere sembra, dunque, la cifra del Margarita. O meglio qualcosa con cui il piacere viene misurato. Viene in mente una sequenza di “Cinquanta sfumature di grigio”, il film di Sam Taylor-Johnson tratto dal libro della scrittrice inglese E.L James, pseudonimo di Erika Leonard. La frase è questa: “Lui viene a sedersi sul bordo del letto. È abbastanza vicino da poterlo toccare, da sentire il suo odore. Oh… sudore, bagnoschiuma e Christian. È un cocktail che dà alla testa, infinitamente meglio di un Margarita”.

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