Chiarezza sulla situazione delle 36 famiglie della APULIA PRONTOPRESTITO, società in stato di liquidazione.

Da qualche settimana in città accade che ci sono 36 lavoratori dipendenti facenti capo allaApuliaProntoPrestito, (società appartenente al Gruppo Veneto Banca, in precedenza a BancApulia) con le loro rispettive famiglie, che stanno vivendo una lunga attesa tra tensione, paura, incertezza a causa di una situazione di lavoro che si è resa critica, e si protrae sin dall’entrata in vigore del D.L. 99/ 2017, il c.d. “decreto salva banche venete”, voluto fortemente in sole 24 ore dal precedente governo Renzi, che ha impedito il salvataggio della società prevedendo la messa in liquidazione coatta amministrativa di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vicenza.
Dal 1 luglio scorso, i lavoratori sono senza stipendio, oltretutto senza alcuna colpa a loro attribuibile, anzi, a quanto risulta, la suddetta società è sempre stata caratterizzata da una certa solidità finanziaria, e bene ha operato in passato.
Ora appare chiaro che qualcuno debba assumersi le responsabilità per tutto quanto accaduto, e qualcun altro ha il compito di mettere in atto tutte quelle politiche tese a garantire la tutela occupazionale dei 36 dipendenti di ApuliaProntoprestito.
Fin qui, tutto chiaro.
Ove invece sorgono perplessità è sull’atteggiamento mediatico poco costruttivo delle tante parti in causa (anche no) che nel frattempo stanno cercando di ‘mettere il cappello’ su una situazione che a loro proprio non compete.
Abbiamo ascoltato giornalisti attribuire a sproposito competenze di merito a tali Ministeri, producendo nomi a casaccio, in modo quasi diffamatorio, ricostruendo situazioni al limite dell’assurdo, e puntare il dito contro i Parlamentari del Movimento 5 Stelle, sempre a sproposito.
Abbiamo letto comunicati stampa di associazioni e auto-candidati sindaci alle prossime amministrative, che a nostro avviso stanno cercando soltanto di strumentalizzare la situazione per propri fini propagandistici e elettorali.
A costoro ci permettiamo di dire che le campagne elettorali non vanno realizzate sulla pelle di 36 famiglie sanseveresi. Soprattutto quando non si ha cognizione di causa sugli iter procedurali messi in atto, soprattutto quando non si ha nemmeno il buonsenso di rivolgersi e chiedere direttamente ai parlamentari interessati, che invece sentono il diritto di coinvolgere per ‘vie traverse’, e indirette.
La tutela del lavoro è cosa seria, e nessuno deve permettersi di ergersi a tuttologo improvvisato, quando in gioco ci sono delle vite.
Oltretutto, attraverso un comunicato stampa pubblicato lo scorso 28 giugno, i parlamentari del Movimento 5 Stelle avevano già chiarito che stanno riservando alla vicenda tutta l’attenzione e l’interessamento atto a perseguire il primo importante obiettivo, che è quello di veder garantita la tutela occupazionale dei 36 dipendenti di Apulia ProntoPrestito.
Non può avere valenza alcuna, per quanto legittima, la convocazione e una eventuale azione politico-amministrativa di un consiglio comunale, di un consigliere o Presidente regionale, né di un movimento civico cittadino, in questo caso.
Si tratta soltanto di operazioni ‘spot’ che distraggono e disinformano.
Mentre gli interlocutori principali, ai quali sentiamo il diritto-dovere di rivolgere tutta la nostra attenzione, sono proprio i 36 lavoratori in difficoltà.
Già durante la campagna elettorale del 4 marzo scorso, gli stessi, si rivolsero a noi attivisti per segnalare la gravità della loro posizione lavorativa, e fin da allora abbiamo interessato coloro che poi sono stati eletti nel M5S e che da subito hanno inteso bene farsi carico di questa situazione nelle sedi competenti.
La situazione è molto complessa per diverse ragioni che non possono essere espletate attraverso comunicati stampa pubblici, perché ad esempio ci possono essere informazioni riservate, o perché ci possono essere trattative in corso d’opera che rischierebbero di essere compromesse.
Ad ogni modo il M5S attraverso i suoi eletti in Parlamento è quotidianamente in contatto con il Ministero dell’Economia, istituzione competente, (non Di Maio, non il Ministero del Lavoro, come erroneamente asserito da alcuni…) e nel mentre si sta cercando di realizzare la giusta procedura che possa dimostrarsi soddisfacente e definitiva per i lavoratori, si sta lavorando anche per ottenere una proroga sulla loro attuale situazione contrattuale.
Qualora (e riteniamo giusto) i 36 lavoratori volessero interfacciarsi con noi attivisti, o direttamente con gli stessi parlamentari del M5S che stanno curando la vicenda con dedizione e interesse, come è accaduto in passato, saremo sempre a loro completa disposizione.
I nostri eletti in Parlamento sono cittadini come tutti noi altri, sono raggiungibilissimi e raccolgono istanze da ogni parte, da ogni espressione politica e sociale, a differenza di quanto accade in altre forze politiche.
Non abbiamo mai preteso di mettere il ‘cappello’ laddove non ci compete, non abbiamo mai preteso il voto, le classiche riverenze istituzionali, ma il rispetto dei ruoli, quello appare doveroso, ad ognuno il suo, nei limite delle proprie funzioni, politiche e sociali.
Non intendiamo in nessun modo lasciare che qualcuno possa strumentalizzare (per propri fini) in primis il disagio che stanno vivendo queste famiglie, e nemmeno il lavoro e l’attenzione che i nostri parlamentari stanno mettendo in campo.
In certe situazioni occorrono trasparenza, competenza, correttezza, senso di responsabilità, fiducia ed umiltà.
Si fa appello affinché chi debba intendere, intenda.