CHIEUTI: IL “TARALLO DI SAN GIORGIO. STORIE DI UN AMORE E UNA PASSIONE INFINITA

Chieuti: il Tarallo di San Giorgio è una grande treccia a forma circolare ed è realizzata con formaggio a pasta filata (caciocavallo), del peso complessivo di kg. 60 in circa. Viene arricchita da piccoli manufatti posti per ornamento ed è sovrastata dal simulacro del Santo, creati tutti con lo stesso prodotto caseario. E’ così preparata per essere offerta a San Giorgio M.re, Santo patrono di Chieuti. Dopo la festa il Tarallo si taglia in tanti pezzi e distribuito a tutte le famiglie di Chieuti che lo mangiano in segno di devozione.
Assistendo alla sua lavorazione si può capire l’amore e la passione che il gruppo di persone che lo confeziona ha per San Giorgio. Un legame indissolubile che dura da tantissimi anni.
Allora conosciamoli, questi magnifici artefici che ogni anno rinnovano questo rito, Angelo Brunetti, Antonio Vitulli, Giorgio Consilvio, Antonio Mancini, Alessio Di Pietro, Francesco Polce, Carmine di Santo e Lorenza Consilvio. Ricordiamo anche chi per tantissimi anni ha collaborato e che ora non c’è più, Donato Vitulli, Antonio Musolo, Rocco De Fabiis, Lucietto Gabrielli e Dorina Labombarda e ancora Nicola Dardes, Antonio Romano e Raffaele Ruberto. Una catena che non si è mai spezzata da più di un secolo.
Anche quest’anno è tutto pronto per iniziare e per uno di loro,Antonio Vitulli, oggi novantenne sarà l’ultimo anno.
Per caso dopo tanto tempo incontro Antonio alla Casa del Migrante, luogo solitamente frequentato in questa primavera che tarda ad arrivare. Siamo in aprile, il mese per eccellenza, il mese in cui tutti i chieutini si preparano all’evento dell’anno, la festa del santo patrono San Giorgio.
Tutti i chieutini, dal più piccolo al più grande hanno a cuore le sorti di questa festa che racchiude al suo interno momenti davvero unici, l’alloro che i carri portano davanti alla Chiesa, il Tarallo, l’estrazione della Cartella che determina la partenza dei carri, la Corsa, la Processione. Una cavalcata di quattro giorni densa di emozioni, di lacrime, di gioia e di felicità, di rabbia, mai di rancore.
Antonio Vitulli, si ferma per parlarmi e io volentieri lo ascolto perché lui rappresenta la memoria storica di questa festa. Durante i suoi lunghi anni ha partecipato alla corsa per tantissime edizioni e collabora a fare il Tarallo da oltre sessant’anni.
Con un velo di malinconia, mi dice: “quest’anno è l’ultimo anno, devo smettere per l’età, spero solamente che questa nostra tradizione continui nel tempo, mentre qualche lacrima scende e riga il suo volto”.
Guardandolo ho rivisto attraverso i suoi occhi lucidi, tutta la storia della festa, mi sono passati davanti tantissimi anni, la mia gioventù, quando appena sedicenne cominciai ad organizzare con mio padre Luigi e il suo amico/fratello Nicola Antrone la festa di San Giorgio. Mi sono passate davanti tutte quelle magnifiche serate trascorse in allegria, con lui, il fratello Donato, Antonio Musolo, Angelo Brunetti, Giorgio Consilvio, Francesco Polce e tanti altri. Un meraviglioso film che rivedrei mille altre volte.
Quando si sta insieme per anni e si condivide l’organizzazione della festa (comitato festa e queste persone che lavorano il Taralloe altri ancora) il legame diventa imprescindibile. Si crea una salda amicizia che poi dura nel tempo.
Sessant’anni insieme, un giro per quasi tutte le case di Chieuti, dove l’ospitalità e la gioia di poter ospitare il Tarallo è immensa.Quest’anno il Tarallo verrà fatto presso l’abitazione della famiglia di Giancarlo Belpulsi che gentilmente ha voluto offrire la propria abitazione.
Quest’anno ricorre un altro anniversario. Da quando il vecchio casaro Nicola Dardes ha lasciato le redini del lavoro in mano ad Angelo Brunetti come responsabile della lavorazione del Tarallosono passati 50 anni.
Infatti da mezzo secolo il nostro Angelo dirige i lavori del Tarallo.“La mia: dice Angelo Brunetti, è una passione che ho sin da ragazzo, quando ho cominciato a seguire ed apprendere la lavorazione e preparazione del tarallo. Poi, al suo ritiro, il mio predecessore, Nicola Dardes (Lall Niculini), mi ha “imposto ” di continuare nell’opera avvalendomi della collaborazione degli amici Antonio Musolo, Antonio Vitulli e Donato Vitulli, ai quali negli anni si sono aggiunti altri, che poi hanno lasciato, a differenza di Giorgio Consilvio che è con noi da una ventina di anni oramai. Ci sono anche Antonio Mancini, Alessio Di Pietro, Francesco Polce, Carmine Di Santo e Lorenza Consilvio”.
Con la sua innata capacità oltre a fare un capolavoro anno dopo anno, Angelo ha saputo mantenere unito il suo gruppo di lavoroche regala ogni anno questo capolavoro davvero unico.
Due persone che hanno dato molto alla tradizione chieutina. Ecco perché ascoltando le parole di Antonio Vitulli mi sono emozionato e non ho saputo dirgli più niente.
Ora ho tutto il tempo per dire: “grazie Antonio”, grazie per tutto quello che hai saputo donare, grazie per l’impegno e la pazienza. Un ringraziamento che tutto il popolo ti rivolge col cuore.
Un altro ringraziamento va ad Angelo Brunetti per tutto l’impegno e la passione che per 50 anni ha trasmesso a tutti i suoi collaboratori, motivandoli sempre di più. L’augurio è quello di poterlo vedere all’opera per tantissimi anni ancora.
Giovanni Licursi
