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Non si è ancora detto né scritto abbastanza della rinite allergica.

Non si è ancora detto né scritto abbastanza della rinite allergica.

Tutti sappiamo che si tratta di patologia della mucosa nasale indotta da una infiammazione che vede scendere in campo gli anticorpi IgE, che si manifesta con rinorrea, starnuti, prurito e  ostruzione nasale.

La rinite allergica è un importante problema sanitario che coinvolge dal 5 al 35% della popolazione mondiale, interferendo sulla qualità di vita: pensiamo alle nostre popolazioni scolastiche che vedono ridimensionate le performances in termini di risultati scolastici e a quanti comunque gestiscono un’attività lavorativa.

La rinite allergica per di più comporta costi sociali rilevanti, spesso si associa all’asma, talvolta costituisce fattore di rischio per la sua comparsa.

 Pertanto enorme è l’attenzione da parte delle Società Scientifiche, dei ricercatori, delle autorità sanitarie in termini di studi finalizzati a definire la specificità dei diversi strumenti diagnostici: dal tradizionale skin prick test al test di provocazione nasale, alla ricerca delle IgE nella mucosa nasale, alla più recente diagnostica molecolare.

Un recentissimo contributo trova spazio in Clinical and Translational Allergy, una rivista ufficiale dell’ European Academy of Allergy and Clinical Immunology.

Il pregevole  review article “Local allergic rhinitis: evolution of concepts” è firmato dal dott. Nicola Fuiano e dai Colleghi Incorvaia e Gritti – dell’Unità di Riabilitazione cardiorespiratoria dell’ ASST  Pini di Milano – e Martignago e Ridolo dell’Università degli Studi di Parma.

Gli Autori, esaminata un’ampia serie di studi internazionali, auspicano ulteriori ricerche che documentino più compiutamente  in termini di  maggiore sensibilità e specificità  dei diversi tests diagnostici attualmente disponibili.

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