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Compostaggio: L’intervento dell’Architetto Lombardi autorità in campo ambientale

“L’avv. Antonio Jannarelli, presidente del Co.T.A.SS, Comitato per la Tutela Ambientale di San Severo chiede che venga pubblicato l’intervento dell’arch. Vincenzo Lombardi svolto in occasione del Consiglio Conunale della Città di San Severo in data 31 luglio 2017 ed avente per oggetto monotematico la rrealizzazione dell’impianto di compostaggio nell’area dellal c.d. Ex Safab.
L’intervento molto articolato sul piano tecnico giuridico è di sicuro interesse sia le argomentazioni svolte sia le iniziative assunte dal Co.T.A.SS.”.

Intervento dell’arch. Vincenzo Lombardi del Comitato di Tutela Ambientale San Severo all’Adunanza Libera del Consiglio Comunale del 31 luglio 2017 Il Comitato CO.T.A.SS. Comitato di Tutela Ambientale San Severo, dopo aver preso atto del rilascio dell’autorizzazione a realizzare nel sito ex Safab un impianto di compostaggio, di dimensioni sproporzionate rispetto a quello previsto nel Documento di armonizzazione dei Piani d’Ambito per la Gestione dei RU in Provincia di Foggia, temendo gli effetti potenzialmente pericolosi di detto impianto in rapporto alla sua dimensione, alla localizzazione, all’aumento dei problemi di salute legati al rischio di inquinamento del suolo, delle falde, dell’aria, ai cambiamenti climatici, esprime assoluta contrarietà alla sua realizzazione. In proposito a quanto innanzi rappresentato il Comitato ha diffidato il Sindaco, ed ha informato per conoscenza: la Procura della Repubblica, il Prefetto di Foggia, la Regione Puglia, l’ANAC e la Provincia di Foggia, affinché nella Sua veste di autorità sanitaria locale e di Tutore della conformità urbanistica, in ossequio all’art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e dall’art. 3‐ter del D. L.vo n. 152/2006 – proprio per scongiurare i potenziali pericoli temuti per la salute pubblica ed per l’ambiente, assuma ogni misura volta ad evitare che sia realizzato l’impianto di compostaggio in contrada Ratino. Il sito prescelto per la realizzazione dell’impianto è ubicato in una zona che per effetto dei cambiamenti climatici da alcuni anni risulta, in una progressione quantitativa crescente, costantemente allagata durante la stagione invernale e nei periodi dell’anno caratterizzati da eventi piovosi. Poiché detti cambiamenti climatici fanno registrare crescenti fenomeni devastanti di tipo meteorologico, desta preoccupazione la realizzazione di un impianto del genere avuto conto della impossibilità di determinare gli effetti attuali e futuri legati agli improvvisi e devastanti effetti dei fenomeni meteorologici dovuti ai cambiamenti climatici. La diffida invoca l’applicazione del Principio della precauzione, introdotto dal Trattato di Maastrict nel 1992 e poi ripreso nella Costituzione Europea e attualmente enunciato all’art. 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, perché i fenomeni legati ai cambiamenti climatici possono avere effetti potenzialmente pericolosi, non individuabili a priori tramite valutazioni scientifiche e obiettive, e la valutazione non consente di determinare il rischio con sufficiente certezza. Di tanto si sarebbe già dovuto tener conto nell’iter di approvazione del progetto e i decisori politici e i responsabili tecnici sia a livello comunale sia a livello provinciale avrebbero dovuto tenere una condotta prudente, condotta raccomandata quando ci si appresta ad adottare decisioni politiche ed economiche su questioni scientificamente controverse. Dai fatti si rileva che il Comune non si è dotato della pianificazione comunale, che peraltro avrebbe dovuto inserire nel PUG, la Provincia ha agito incurante della pianificazione regionale e non si è dotata di una programmazione provinciale, e non ha rispettato neppure quanto dichiarato e pubblicato sul web, ovvero, di dover dar luogo a conferenze, accordi e intese che non avrebbero potuto e non avrebbero dovuto essere momenti rituali. Comunque, sia che i pericoli siano già identificabili e ancor di più se trattasi di pericoli potenziali, di cui non si ha ancora conoscenza come nel caso di specie, i rappresentanti del popolo “dovrebbero” saggiamente applicare il principio di Ippocrate “primum non nocere” e sono tenuti preventivamente a comunicare ed a formare ed informare i cittadini, non a riunirsi in pochi e decidere per tutti. Confidiamo che l’Amministrazione preso atto dei rischi potenziali che preoccupano i cittadini decida facendo gli interessi dei cittadini medesimi e non del privato di non far realizzare l’impianto. Il Comitato nel rispetto delle regole continuerà la propria azione per tutelare la salute degli esseri umani, degli animali e delle piante nonché dell’ambiente, ed invita i cittadini a prendere coscienza della situazione ed a riflettere che a volte tacere o alzare le spalle e girarsi dall’altro lato, ci rende corresponsabili di scelte sbagliate.
Per il Comitato (arch. Vincenzo Lombardi)

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