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COMUNE DI SAN SEVERO: AGGIORNAMENTO 2016 DEL PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2015/2017

di DESIO CRISTALLI

ABBIAMO FATTO UNA RICERCA PER OFFRIRE AI NOSTRI LETTORI LE LINEE GUIDA DEL TESTO DELL’AGGIORNAMENTO 2016 DEL PIANO ANTICORRUZIONE DEL NOSTRO COMUNE, DEL QUALE E’ RESPONSABILE IL SEGRETARIO GENERALE, VERTICE DELLA TECNOSTRUTTURA DI PALAZZO CELESTINI. ECCO IL RISULTATO DELLA RICERCA:

“Il presente piano triennale, quale aggiornamento per l’anno 2016, conferma l’attuazione alle disposizioni di cui alla legge n. 190 del 6 novembre 2012, attraverso l’individuazione di misure finalizzate a prevenire il rischio di corruzione nell’ambito dell’attività amministrativa del COMUNE DI SAN SEVERO (FG). Il Piano realizza tale finalità attraverso: a) l’individuazione delle attività dell’Ente nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione; b) la previsione, per le attività individuate ai sensi della lett. a), di meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni, idonei a prevenire il rischio di corruzione; c) la previsione di obblighi di comunicazione nei confronti del Responsabile chiamato a vigilare sul funzionamento del piano; d) il monitoraggio, in particolare, del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti; e) il monitoraggio dei rapporti tra l’AMMINISTRAZIONE COMUNALE e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti; f) l’individuazione di specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelliprevisti da disposizioni di legge. Destinatari del piano, ovvero soggetti chiamati a darvi attuazione, che concorrono alla prevenzione della corruzione, mediante compiti e funzioni indicati nella legge e nel PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE, sono: 1) Gli Organi di indirizzo politico:il Sindaco designa il Responsabile della Prevenzione della Corruzione; la Giunta Comunale adotta il Piano Anticorruzione ed i suoi aggiornamenti che vengono comunicati al Dipartimento della Funzione Pubblica e, se del caso, alla Regione (Intesa sancita in sede di Conferenza Unificata Stato, Regioni e Autonomie Locali del 24 luglio 2013); adotta, inoltre, tutti gli atti di indirizzo di carattere generale che siano direttamente o indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione; 2) il Responsabile della prevenzione: svolge i compiti indicati nella circolare del Dipartimento della funzione pubblica n. 1 del 2013 e i compiti di vigilanza sul rispetto delle norme in materia di inconferibilità e incompatibilità; elabora la relazione annuale sull’attività svolta e ne assicura la pubblicazione; Il Responsabile della Prevenzione coincide, di norma, con il Responsabile della trasparenza e ne svolge conseguentemente le funzioni; 3) i Referenti per la prevenzione: curano la tempestiva comunicazione delle informazioni nei confronti del Responsabile, affinché questi abbia elementi e riscontri sull’intera organizzazione e attività dell’Amministrazione; curano altresì il costante monitoraggio sull’attività svolta dai dipendenti assegnati agli uffici di riferimento, anche in relazione all’obbligo di rotazione del personale, secondo quanto stabilito nel piano anticorruzione dell’Ente; sono individuati ogni anno dal Responsabile della prevenzione, entro 40 giorni dall’approvazione del piano, uno per ciascun settore in cui si articola l’organizzazione dell’ente; 4) i Dirigenti e Responsabili di posizione organizzativa per i settori di rispettiva competenza: svolgono attività informativa nei confronti del Responsabile, dei Referenti e dell’Autorità giudiziaria; partecipano al processo di gestione del rischio; propongono le misure di prevenzione;assicurano l’osservanza del Codice di comportamento e verificano le ipotesi di violazione; adottano le misure gestionali, quali l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e rotazione del personale; osservano le misure contenute nel Piano; trasmettono con cadenza annuale, entro la fine del mese di ottobre, al Responsabile per la prevenzione della corruzione le informazioni sull’andamento delle attività a più elevato rischio di corruzione, segnalando le eventuali criticità ed avanzando proposte operative; delle stesse il Responsabile per la prevenzione della corruzione tiene conto nella adozione del proprio RAPPORTO ANNUALE e nella elaborazione dell’aggiornamento al Piano; effettuano il monitoraggio sul rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti e sui rapporti che intercorrono tra i soggetti che per conto dell’Ente assumono decisioni sulle attività a rilevanza esterna con specifico riferimento all’erogazione di contributi, sussidi, ecc. ed i beneficiari delle stesse. 5) l’O.I.V./Nucleo di valutazione e gli altri organismi di controllo interno: partecipano al processo di gestione del rischio; considerano i rischi e le azioni inerenti la prevenzione della corruzione nello svolgimento dei compiti ad essi attribuiti; svolgono compiti propri connessi all’attività anticorruzione nel settore della trasparenza amministrativa; c. esprimono parere obbligatorio sul CODICE DI COMPORTAMENTO adottato da ciascuna amministrazione; 6) l’UFFICIO PROCEDIMENTI DISCIPLINARI (U.P.D.): svolge i procedimenti disciplinari nell’ambito della propria competenza; provvede alle comunicazioni obbligatorie nei confronti dell’autorità giudiziaria; propone l’aggiornamento del Codice di comportamento; 7) tutti i dipendenti dell’Amministrazione Comunale: partecipano al processo di gestione del rischio; osservano le misure contenute nel Piano Anticorruzione; segnalano le situazioni di illecito al proprio Responsabile di Settore, all’Ufficio Procedimenti Disciplinari (U.P.D.), al Responsabile della Prevenzione della corruzione; segnalano casi di conflitto di interessi; 8) i Collaboratori a qualsiasi titolo dell’Amministrazione Comunale: osservano le misure contenute nel PIANO ANTICORRUZIONE;segnalano le situazioni di illecito (art. 8 Codice di comportamento di cui al D.P.R. n. 62/2013).

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