Con la poesia e con la comunicazione… la scuola può essere una splendida tavolozza!

Ore 8.25 il suono della campanella, ecco i nostri ragazzi zaino in spalla che entrano a scuola.
Una nuova giornata aspetta tutti, ragazzi ed insegnanti, sono macchie di colore, come su una tela da dipingere, creano giochi di luci e di ombre fino ad arrivare ad un paesaggio suggestivo e completo che fa emozionare noi genitori.
Può il nostro occhio adulto non brillare, quando grazie ad insegnanti preparati, i nostri figli suonano armoniosamente come un’orchestra?
Sembra di essere al teatro!
Allora ha un senso anche per noi quel piatto di minestra mangiato in fretta perché: ”Mamma, oggi abbiamo le prove alle 15:00!”…
Le note volteggiano, noi felici di essere lì con i nostri figli e con gli insegnanti a pregustare l’imminente Natale!
Può la nostra memoria non tornare a ricordare con entusiasmo il colore verde che tanto ha rallegrato la nostra infanzia, verde, che i nostri figli stanno riscoprendo grazie sempre ad insegnati preparati che realizzano progetti ambiziosi per una scuola dalle tante difficoltà? No, non si direbbe, vista la partecipazione dei ragazzi! Una serra ecologica, un progetto di bioingegneria, volendo utilizzare un linguaggio adulto!
Alla domanda: ”Con cosa la realizzerete?”, i ragazzi rispondono portando a scuola 2.500 bottiglie di plastica. ”Mamma non cestinare neppure una bottiglia!” Ed ecco di nuovo il nostro occhio brillare alla descrizione del verde futuristico che il prof. si impegna ad insegnare, ma con spiegazioni che hanno radici ben profonde nel rispetto e nella fatica che occorrono per concretizzare il tutto. Arrivano bulloni, travi e mani di papà che si offrono di aiutare il professore a chiodare, cementare, mentre i nostri ragazzi seminano ed aspettano che la piantina germogli proprio come noi facciamo con loro!
Come dice Roberto Piumini: “Occorrerà essere cittadini ed imparare le regole di ogni libertà.”
Allora corsi di lettura e scrittura creativa, i ragazzi impegnati in comprensione di brani, di frammenti di storia che come un puzzle vanno a costruire l’identità dei nostri figli, la memoria, il ricordo anche della loro scuola, del loro quartiere, delle loro origini, in sostanza ad amare i propri luoghi.
Scoprire l’importanza dell’etere, di quella comunicazione tanto cara ai ragazzi: la loro “Radiomedia”, un progetto all’avanguardia, frutto di insegnanti che nel passato hanno lascito traccia indelebile e nel presente continuano a spiegare l’importanza di poter comunicare oltre che con le parole anche con l’ascolto.
Ci si potrebbe chiedere: perché questo racconto? Perché è a voi insegnanti che noi genitori abbiamo il dovere ed il piacere di dire: GRAZIE. Grazie per il lavoro che quotidianamente svolgete presso la scuola media ”Beato Padre Pio”, non fermatevi, non fermiamoci! Neppure quando le problematiche dell’indifferenza e della superficialità sembrano dare per scontato il sacrificio quotidiano. Il sacrificio è un dono va valorizzato. Grazie per la tenacia che ogni giorno avete nell’affrontare l’ordinaria serratura che si inceppa fino al ragazzo” difficile”, passando attraverso la ristrettezza dei tempi e la fredda burocrazia istituzionale.
Il ruolo dell’insegnante oggi è divenuto più complesso proprio come quello del genitore, in prima linea, ma abbiamo compreso in questi ultimi anni che da soli non si va da nessuna parte! Per cui continuiamo a stringerci intorno alla nostra scuola…
Ritornando al dipinto iniziale diciamo ai nostri ragazzi, ai nostri figli, di continuare a mescolare e a stendere tanto colore nelle loro e nelle nostre giornate, creando sfumature con le note, con le progettazioni ecologiche, con la poesia e con la comunicazione… la scuola può essere una splendida tavolozza!
I genitori di un alunno della scuola “PETRARCA-PADRE PIO”, sede “BEATO PADRE PIO”.
