CONFCOMMERCIO – Gelsomino: di passerelle e promesse siamo stanchi. Se la politica è in grado dia risposte al Gargano se no continui ad occuparsi di elezioni
“Il tempo delle passerelle e delle tournée preelettorali è finito: gli imprenditori del Gargano sono stanchi di pacche sulle spalle e sorrisi di maniera. Da noi i rappresentanti del Governo sono venuti con le telecamere al seguito ma nei fatti si sono dimenticati di noi. Non vorrei che in questa triste
e lunga serie di disastri italiani a noi che siamo stati i primi siano toccate solo le visite turistiche e i servizi nei telegiornali; semmai da contabilizzare come contributo in marketing e comunicazione” .
E’ sarcastico il presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia Provincia di Foggia, Damiano Gelsomino dopo la notizia della mancata dichiarazione dello stato di emergenza per l’alluvione sul Gargano da parte del Consiglio dei Ministri.
“I milioni di danni e 40 giorni, senza dimenticare le due persone morte nel tentativo di difendere la loro attività, non sono evidenti bastati nemmeno per ottenere la sospensione delle imposte per le imprese danneggiate. Sia ben chiaro che qui non si tratta di una guerra tra poveri. Siamo vicini alle popolazioni ed agli imprenditori delle regioni italiane stravolte dalle alluvioni di questi giorni a cui il Governo ha doverosamente dato risposte. Ma di prese in giro noi siamo stanchi”.
“Forse i rappresentanti politici del territorio – prosegue Gelsomino – sono più interessati a difendere posizioni personali che non le legittime rivendicazioni della popolazione. Ritengo che il Sottosegretario Scalfarotto, a cui non manca la capacità di comunicazione, si decida finalmente a spiegare perché dopo le promesse fatte a Peschici, siamo arrivati a questo punto. Così come parlamentari e consiglieri regionali vari forse avrebbero fatto meglio a monitorare la situazione, piuttosto che sfinirsi in polemiche e guerriglie per elezioni di cui a chi lavora tutti i giorni non interessa assolutamente nulla. Anche perché – conclude Gelsomino – la strategicità del turismo per la provincia di Foggia appare sempre più una dogma di fede da professare nei dibattiti pubblici che non una scelta politica da perseguire nei fatti. Se continuano così da via Capruzzi o da Palazzo Dogana si governeranno solo le macerie”.