Confesercenti, saldi: vendite in calo e tante irregolarità Servono regole precise e un nuovo rapporto con i consumatori
Acquisti in calo e irregolarità nello svolgimento dei saldi. E’ l’appello-denuncia lanciato da Confesercenti Foggia a una settimana dall’inizio delle vendite estive promozionali, in un momento di particolare agitazione del commercio locale, con molte aziende costrette a sopportare il peso sempre più ingombrante della congiuntura socio-economica. Saldi che già partivano con previsioni
negative (dati confermati anche dal sondaggio lanciato dalla nostra Associazione) ma che, in poche ore, hanno messo a nudo le incongruenze di un sistema che ormai segna il passo e che necessita di interventi concreti per continuare a sopravvivere, compresa una sinergia tra negozianti e consumatori. Spendere poco non sempre significa comprare bene, e chi acquista deve essere protagonista di questo processo, non semplice destinatario di obiettivi commerciali.
«Il calo nelle vendite del 15-20% è generale anche in Capitanata – commenta Alfonso Ferrara, vicepresidente di Confesercenti provinciale e regionale -, ma è inutile continuare a parlarne se non vengono trovate apposite soluzioni. I saldi vanno modificati, bisogna riportarli a vendite di fine stagione così come è necessario rieducare il rapporto tra l’esercente e il consumatore. Un’operazione in cui è necessario coinvolgere le associazioni dei consumatori: in questo processo a loro spetta il compito di essere un vero e proprio anello di congiunzione. Chi compra deve essere giustamente informato e non deve essere turbato come spesso accade. Il consumatore sta invece assumendo il ruolo della vittima a prescindere e ciò non gli consente di avere la necessaria lucidità di approcciare in maniera obiettiva ed equilibrata al periodo dei saldi. Il ruolo dei consumatori è quello di gestire in maniera corretta il rapporto, non creare barriera. L’esercente è invece colui che deve reggere in piedi l’impresa, deve difenderla». Uno scoglio da aggirare. «Il problema esiste – conclude Ferrara – ma è un dualismo che non ha ragione di esistere. E questo momento scatta quando iniziano i saldi. Per questo occorre riportare la vendita nei periodi a cui appartiene: evitarlo significa non far comprare bene il consumatore. Trovando questa intesa si permette al settore di dotarsi di una regolamentazione sulla marginalità e sui prezzi che arreca benefici soprattutto a chi compra. E poi, oggi più che mai, in questa fase c’è bisogno di regolamentare la vendita. E’ sbagliato partire a luglio con i saldi: troppo presto, se si considera che, climaticamente, l’estate inizia ormai sempre più tardi. Un consumatore aspetta luglio per comprarsi un capo che invece doveva comprare prima con conseguenze sull filiera della vendita. Occorrono regole nuove, vere e capaci di soddisfare le esigenze di chi vende e di chi compra».
Non sono da meno i controlli che non ci sono e i “saldi pazzi” con svendite tutto l’anno senza regole. «Le previsioni negative si sono purtroppo avverate – esordisce Ottavio Dantone, componente della Giunta Provinciale di Confesercenti -. C’e’ poco interesse nei confronti dei saldi in quanto il “budget spesa” è calato in maniera vertiginosa. Ma non solo: i saldi ormai sono poco interessanti in quanto i consumatori hanno varie forme di acquisto con svendite che durano tutto l’anno. Inoltre, la data ufficiale di inizio saldi è poco rispettata: molti negozianti hanno già cominciato ad apporre la cartellonistica saldi con mesi di anticipo senza che nessuna autorità sia intervenuta a sanzionare l’iniziativa assolutamente scorretta e irregolare. A questo punto mi chiedo: a cosa servono i saldi fatti in questo modo e momento dove l’anarchia commerciale regna sovrana? Per questo riteniamo opportuno rivedere il sistema».