Congresso PD, l’appello di Dino Marino ai riformisti: “insieme con Giachetti”
“Da ‘mafia capitale’ fino a ‘Gomorra PD’, passando per ‘Trivellopoli’. Queste solo alcune delle accuse infamanti scagliate senza distinzione da Di Maio e company su tutta la comunità politica dei democratici, negli ultimi anni. Di fronte a personaggi che pur di riconquistare il potere sono disposti a prostituire anima e dignità, l’idea di schierarsi con Nicola Zingaretti pare uno schema processuale già visto che riconsegna il PD alla Ditta per andare al Governo con i grillini”. E’ la presa di distanze di Dino Marino dalle ultime dichiarazioni di voto rilasciate a mezzo stampa da alcuni dirigenti del Partito Democratico di Capitanata a giochi chiusi intorno alla presentazione ufficiale dei sei candidati al congresso: Francesco Boccia, Dario Corallo, Roberto Giachetti, Maurizio Martina, Maria Saladino, e Nicola Zingaretti, avversario temuto dato per favorito negli ultimi sondaggi. Per il consigliere comunale di San Severo, “è un modo subalterno di vedere la sinistra populista che sostituisce ogni tentativo utile messo in campo dalla precedente legislatura per ripensare e riformare un apparato sociale fermo in Italia al secondo dopoguerra. Così – aggiunge il consigliere – se un progetto simile si realizzerà, avverrà #senzadime. O meglio, #senzadiloro: senza i vari Bersani, D’Alema e company. Manteniamo un PD riformista e alternativo a tutti i populisti”. E’ l’appello che Marino rivolge ai riformisti schierati come lui con l’ex vicepresidente di Montecitorio e già segretario d’aula Roberto Giachetti in corsa per la segreteria con Anna Ascani.
“Diamo forza ad un progetto unitario liberaldemocratico – prosegue – largo e alternativo, insieme a chi é capace di declinare in modo diverso il welfare europeo nell’era della globalizzazione. Non ho mai pensato che i Socialisti non fossero riformisti. Ma vedere oggi il Partito Socialista Francese al 5% , fa rivalutare la governance di Renzi che, di fatto, ha scongiurato una debacle altrimenti drammatica. Il riformismo del socialismo europeo é terminato, aprendo spazi ad una nuova narrazione contro tutti i populismi, creando comunque un soggetto popolare capace di parlare alla generazione dei ragazzi dell’Erasmus, a quelli come Antonio Megalizzi che hanno l’Europa nel DNA. Ragazzi che hanno conosciuto solo l’Euro, come dice Draghi”.
Per Dino Marino, “riformismo significa partire dalle conquiste dei riformisti europei e non da sconfitte usate come leva subalterna ai giochi di prestigio dei vari Casaleggio, come fatto già da D’Alema con la Raggi, o come oggi Zingaretti vuole fare con Di Maio e per alcuni versi anche Martina. Con Giachetti, dunque, per un PD che non torni alla Ditta, ma che continui sulla strada delle riforme intraprese, capaci di creare un punto di riferimento e di partenza per una nuova Europa. L’idea di andare al governo con un pezzo dei populisti è incoerente e snatura la storia per cui siamo nati”.
“Se da una parte il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, riconosce ai suoi cittadini il merito per il primato conquistato dalla Lombardia nella speciale indagine sulla qualità della vita urbana curata da Il Sole 24 Ore, è del tutto evidente che le responsabilità per i titoli di coda occupati dalla Provincia di Foggia ricadono sulla Politica e i cittadini tutti. Con questo non cerco assoluzioni, né intendo diluire il castelletto di colpe individuabili nell’incapacità della politica di coordinarsi con le varie istituzioni del territorio e con realtà aziendali trainanti in Capitanata, ma inchiodate al palo nella giungla di adempimenti burocratici, di servizi spesso costosi ed inefficienti o, peggio, consumati dalla piovra gestita dal racket delle estorsioni. Una economia potenziale che potrebbe fare del Tavoliere il ‘Table of food’ d’Europa, del Parco nazionale del Gargano un esempio di turismo sostenibile fruibile tutto l’anno, dell’agricoltura di qualità un volano di sviluppo per il lavoro etico. Di fatto però questa economia potenziale viene fagocitata e corrosa dall’illegalità e dalla mafia sociale. Occorre ripartire dal superamento delle barriere infrastrutturali, a costo di sembrare ripetitivi. Si può e si deve fare. Lo stesso progetto di ‘Urban Center’ pensato per San Severo resta ancora un’idea in fase embrionale. Per scalare la classifica della qualità della vita – è la proposta di Dino Marino – dovremmo porci come riferimento ipotetico e ponderato, proprio Milano con le sue trasformazioni urbane. Ovvero, passare dalle rigenerazioni alle costruzioni, imprimendo alla città equilibrio architettonico e paesaggistico, attraverso il recupero delle periferie, e il riutilizzo di vecchi spazi. Penso all’area di tiro a segno dell’ex cantina Folonari, alla Torretta Zamarra, alla trasformazione delle maglie urbane del quartiere delle Grazie, eliminando una maglia urbana si e una no in modo da semplificare il problema del traffico centrale generato da commercio e terziario. Così come sostengo e approvo il progetto che pensa a una cittadella dello sport, della salute e per i giovani, integrata e connessa con la campagna e con il paesaggio rurale, quindi tutte le elaborazioni del Mosaico di San Severo”.
“É chiaro – aggiunge – che sto centrando molto su San Severo dove saremo chiamati a rinnovare il Consiglio comunale, e la sfida non può essere tra l’attuale sindaco, che ha fatto molto e sta facendo lo sforzo per disegnare la città del futuro, e avversari figli d’arte che parteggiano per una politica che mira solo a conservare se stessa. Dobbiamo invece parlare di contenuti e di come innescare processi virtuosi per la Capitanata. Le azioni che hanno la massima priorità – evidenzia il consigliere -riguardano proprio la bonifica dei i siti inquinati da centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti campani tombati nell’agro di San Severo, San Giovanni Rotondo e Borgo Segezia. Il mercato dei prezzi in agricoltura, crisi a parte, è spesso in balia della finanza grigia, del sommerso che si alimenta dello sfruttamento del lavoro. Lo stesso mercato che fa affari con i cartelli della droga, della prostituzione, e delle centrali di riciclaggio di denaro sporco. Per questa ragione – conclude Marino – chiamo tutti i riformisti a una progettualità che eviti alla Capitanata di diventare la dependance del resto della Puglia. Chi nel congresso nazionale del PD si riconoscerà nelle posizioni politiche di Martina e, soprattutto, Giachetti saranno chiamati a costruire una piattaforma provinciale su cui misurarsi in vista del nuovo governo delle città, accettando da qui la sfida per un’Europa più vicina”.
Dino Marino, Consigliere comunale PD Capitanata
San Severo, 18/12/2018