COTA FELICE TEODORO: un popolare nell’Italia che cambia, per cambiare San Severo.
Il perchè di una scelta.
Sono COTA Felice Teodoro, nato a San Severo nel 1965 e tecnico presso la Cantina Sociale Cooperativa di San Severo: ho deciso
di impegnarmi in politica con i Popolari per l’Italia, innanzi tutto per smentire con i fatti l’affermazione di Luciano Bianciardi, secondo il quale “La politica, come
tutti sanno, ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo, ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere”.
Per fare questo ho deciso di mettermi in gioco, forte della mia credibilità personale, per recuperare il concetto reale del termine politica, che è un’arte, la scienza del governo e dell’amministrazione, con cui si affrontano temi e problemi politici specifici; o meglio un ambito che racchiude un insieme di decisioni e provvedimenti con cui i governanti amministrano nei vari settori secondo diverse prospettive ideologiche.
Oggi, alcuni tra coloro che localmente si definiscono “uomini politici” e vogliono convincerci di aver amministrato al meglio la nostra Città, dando le colpe delle scelte sbagliate alla parte politica avversa, non sanno invece cosa realmente voglia dire amministrare e – nel contempo – con il loro modo di fare, si sono allontanati sempre più dai reali bisogni della società e della gente.
Questi politicanti hanno dimenticato facilmente di essere stati eletti dal popolo e per il popolo ed hanno originato una profonda frattura tra il cittadino e l’uomo politico, facendo addirittura venire meno in tante persone lo stesso interesse per l’esercizio di un diritto fondamentale della democrazia, il diritto di voto, acquisito con sacrifici e lotte sociali.
L’atteggiamento di coloro i quali non agiscono nell’interesse del BENE COMUNE, infatti, ha fatto percepire la partecipazione democratica mediante il voto quasi come una mera formalità a vantaggio dei “soliti” candidati dispensatori di promesse e favori in tempi elettorali: una deriva pericolosa che mette in serio pericolo l’esistenza stessa della nostra società e della nostra democrazia.
Il potere, evidentemente, comincia logorare chi ce l’ha e lo utilizza per favorire i propri parenti e sodali in cooperative ed imprese che forniscono servizi comunali!
Miguel de Cervantes, nel suo Don Chisciotte della Mancia, sosteneva che “L’onestà è la migliore politica”; credo che questo sia uno dei principali requisiti che un candidato dovrebbe avere prima di proporsi all’opinione pubblica e nella lista di cui mi onoro di far parte – questo è un requisito comune a tutti i candidati, che lo testimoniano con la propria storia personale e la propria credibilità.
La scommessa è proprio questa: bisogna spiegare all’elettore che, pigramente continua a recarsi alle urne e non crede nella possibilità che ci viene offerta di cambiare, che sbaglia a pensarla in questo modo; noi proveremo a smentire questa logica di pensiero che non conduce da nessuna parte.
Le cose infatti possono cambiare, basta crederci.
Sarà necessario sacrificare il nostro tempo, sottraendolo anche alla vita familiare ed ai propri interessi personali, se utile alla causa, per il solo desiderio di cercare di amministrare al meglio ed in maniera trasparente la nostra Città.
La lista dei Popolari per l’Italia ha recepito nei fatti la parità di genere con 12 uomini e 12 donne di buona volontà, non annovera – con la sola eccezione del capolista e fondatore – persone che hanno amministrato la nostra città e si è preoccupata di coinvolgere persone che vivono del proprio lavoro.
Un secondo motivo che mi ha convinto della scelta è da ricercare in una frase di Cesare Pavese, il quale diceva che dopo i 40 anni ognuno è responsabile della propria faccia, per cui ho creduto indispensabile dare un contributo concreto mediante una convinta candidatura.
E’ il momento di profondere impegno e passione nella propria comunità, per contribuire a superare un momento drammatico del Paese, al di là degli orientamenti e schieramenti politici: questo solo conta.
Abbiamo esperienze e professionalità derivate dal nostro percorso culturale e sociale, e siamo pronti a metterle al servizio del BENE COMUNE, per riavvicinare i cittadini alle istituzioni, riguadagnando la loro fiducia e, soprattutto, risolvendo i problemi.
Solo questo possiamo promettere alla gente: di amministrare al meglio ed in modo trasparente, favorendo l’associazionismo, soprattutto giovanile, i contratti di solidarietà sociale, il recupero del nostro centro storico, la trasparenza nella gestione degli appalti e la valorizzazione dei prodotti della nostra terra, ancora sconosciuti alle grandi platee dei consumatori.
Le cose si possono cambiare e – nell’Italia che sta cambiando – è indispensabile fare il proprio meglio (come diceva lord Baden Powell) per migliorare e cambiare San Severo.
Lasciamo a casa i soliti di San Severo e diamo alla nostra città una speranza concreta di cambiamento.
Grazie.
