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COVID: VITE SOSPESE “i giovani, le vittime di riflesso di questo maledetto virus”

di Angela Mennella

A quasi un anno dalla dichiarazione di Pandemia da Covid-19, in tutta Italia,  stiamo assistendo ad una metamorfosi delle nostre abitudini di vita che ha dell’incredibile. Nessuno avrebbe mai immaginato, neanche i più anziani che hanno affrontato guerre, catastrofi e miserie, di potersi trovare in una situazione così surreale. Un pericolo oscuro e misterioso, invisibile  che colpisce quando meno te lo aspetti, negli affetti più cari, senza distinzione di sesso, età e ceto sociale. E non basta essere ricco e potente per poterti curare e farcela. Ho perso amici e conoscenti che conducevano una vita senza eccessi e avevano tutte le possibilità economiche per scegliersi il miglior specialista eppure ora non ci sono più. E si, come si dice da noi “è questione di culo” (perdonate l’espressione ma spero comprendiate).  Ma quelli che stanno soffrendo di più questa condizione sono i bambini, i ragazzi nella fascia adolescenziale e i  giovani che hanno il loro mondo, fatto di scuola, attività sociali e ricreative, aggregazioni, amici, sport, hobby. Nel giro di poco tempo gli è stato tolto tutto questo. La scuola è stata chiusa, le palestre sono state chiuse, non possono riunirsi, uscire con gli amici, non si possono incontrare con i fidanzatini. “DISTANZIAMENTO SOCIALE” che equivale a “ISOLAMENTO” una cosa atroce per questa fascia di età. Gli adulti lo riescono ad accettare loro no. Dall’asilo alle scuole  superiori sì è stravolto il loro mondo. Tutti questi cambiamenti stanno producendo una fase depressiva in ognuno di loro. Nei più piccoli si perdono gli stimoli, subentra la noia, spesso i genitori sono al lavoro e loro passano ore e ore a casa davanti al pc o con i cellulari in mano. Nei più grandi passa la voglia di relazionarsi. Le ragazze non hanno più voglia di truccarsi, vestirsi, tanto dove si va? I maschi stanno perdendo interesse verso l’altro sesso buttandosi, i più grandi, su siti porno per sopperire a certe “lacune”  e creando relazioni virtuali sui social che gran parte delle volte non porteranno a nulla.  Sì, si studia ma anche la didattica a distanza presenta le sue falle. Stare in casa ti deconcentra, non c’è quello scambio diretto che avviene dal vivo. Non è la stessa cosa. La maggior parte del tempo si passa fiondati sul divano, si mangia magari troppo per ingannare la noia. Alcuni stanno avendo problemi di bulimia o anoressia, disturbi del sonno e comportamentali, alcuni  stanno diventando aggressivi, violenti e commettono gesti di ribellione. Le giornate per loro, dopo un anno di questa vita, stanno perdendo senso, tutte uguali. Affiora lentamente in molti di loro, maschi e femmine, l’apatia. Il sentirsi vuoti e inutili. Il crollo dell’umore, si insinuano pensieri negativi, finirà mai tutto questo? All’inizio questa fase viene ben mascherata per non far preoccupare i genitori, ma alcuni non riescono a tenerla nascosta e i genitori ai primi segnali dovrebbero attivarsi. So di alcuni che stanno già frequentando psicologi. Ma anche per loro non è facile. Molti lottano per mantenere il lavoro, alcune attivìtà sono state chiuse per molto tempo, altre per sempre perchè non ce l’hanno fatta con le spese, le entrate economiche si sono notevolmente ridotte.  Nelle famiglie comincia a subentrare un evidente malessere, aumentano i litigi ed è difficile in questa situazione occuparsi dei figli per quanto il loro benessere ci è a cuore perchè bisogna pensare a portare il pane a casa. I giovani, le vittime di riflesso di questo maledetto virus.  A loro stanno venendo meno tutti gli ingrendienti, le valvole di sfogo, i mezzi per fortificarsi e per essere gli uomini e le donne del futuro. Stanno sperimentando sulla loro pelle  il fallimento degli adulti, di chi non è riuscito a far si che questa pandemia, seppur globale, anzichè colpirci fortemente doveva solo sfiorarci, di chi a livello sanitario non è riuscito a proteggerci perchè ha preferito interporre interessi economici al bene di un intera nazione tagliando per anni i servizi sanitari essenziali. Gli  sta crollando il mondo addosso. Forse una guerra sarebbe stata accettata meglio; i ragazzi potevano difendere la patria arruolandosi e le ragazze potevano dare il loro meglio accudendo chi rimaneva a casa. Avrebbe avuto un senso. Ma con il virus no. Il virus è invisibile, non lo combatti con la forza, non lo afferri e lo stendi con un pugno, si insinua nel tuo corpo e se tutto va bene ne esci illeso altrimenti…Una generazione che si sta distruggendo, quella che invece doveva essere il pilastro del nostro futuro, non può invece far nessun progetto, non può programmare nulla se non andare avanti per inerzia, come automi. Quello che, ormai, la  maggior parte di noi è diventata: automi che sopravvivono. Spero che il Governo tutto, anche a livello locale e regionale, si attivi presto, con tutte le precauzioni possibili, a dare priorità ai bambini, ragazzi e giovani,  per ridare spinta e motivazione a tutti, riaprendo le scuole e i centri sportivi, e tutto ciò che ruota intorno a loro per un sano benessere  mentale. Il virus è pericoloso lo sappiamo bene, uccide, ma lo stesso è pericoloso ed uccide mandare alla deriva un’intera generazione lacerando il loro cervello continuando a tenere nel limbo e sospese le loro vite.

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