Crisi San Severo: arriva il commissario. E partono le epurazioni nei partiti
San Severo. La crisi era nell’aria e giunge puntuale. Finisce con 4 mesi d’anticipo l’amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Gianfranco Savino. Diciassette consiglieri comunali di centrodestra e di centrosinistra
firmano la mozione di sfiducia rassegnando contestualmente le dimissioni e mandano a casa il sindaco uscente. Tra le fila azzurre lo fanno Mario Miale, Leonardo Lallo, Ernesto Di Scioscio, Giuseppe Casale, Ettore Censano, Michele Marchitto, Ciro Persiano, Franco Cota, all’opposizione Paola Marino, Raffaele Carrabba, Ciro Capraro, Francesco Miglio, Michele Irmici, Francesco Sderlenga, Maurizio Spina, Michele Santarelli e il presidente del consiglio comunale Luigi Damone.
All’avvocato Savino non resta che prenderne atto, a San Severo farsi traghettare alle urne da un commissario. Troppo largo il fronte anti-sindaco venutosi a creare in vista di una sua ricandidatura, troppo rischioso tenerlo ancora in sella permettendogli una campagna elettorale più robusta di quanto potrebbero fare gli aspiranti competitors. Accarezza il progetto lo stesso Lallo, ad esempio, che non ha perso tempo a sfiduciarlo, ma anche l’ex vicesindaco di Savino, Pirmiano Calvo, da sempre in rotta col primo cittadino.
L’apertura al dialogo sul nome di Savino ieri del segretario provinciale di Forza Italia, Franco Landella, è stata evidentemente letta dalle forze di coalizione come un’occasione per affondare il colpo. Interpretazione evidentemente errata se a distanza di pochi minuti Landella non solo riconferma con maggiore forza la candidatura di Savino per Forza Italia ma espelle i forzisti dimissionari dal partito, rei di un atto politico “scellerato” tuona il segretario. Il tavolo politico, insomma, è rotto. Un’epurazione che, a stretto giro di posta, sarà eseguita anche dalla Puglia Prima di Tutto che mette alla porta Cota Florio e Persiano.
Il governo della città cade sotto i colpi delle ambizioni di chi si candida a governarla. Paradossale ma vero. Epurazioni anche nel centrosinistra: il candidato dem Francesco Miglio, tiratosi fuori delle primarie del centrosinistra, è fuori dal Pd. Lo ha deciso il segretario provinciale Raffaele Piemontese che ieri ha sancito l’espulsione per tutti coloro che si candidano in altri partiti o coalizioni. E Miglio è uno di questi: rifiutate le primarie giudicate inique per la presenza di un candidato istituzionale, il presidente della commissione sanità Dino Marino, darà battaglia dal fronte “Bene Comune”, la lista che tiene insieme i dem delusi, la Scelta Civica di Damone ed altre forze di centro. Il caos preelettorale è servito.
Giovanna Greco (Teleblu)
