Dell’Erba sconfortato: “Il San Severo calcio merita di più. Costretti a traslocare”

Con una lettera pubblicata sul suo profilo social, il patron Paolo Dell’Erba ha annunciato che la squadra cittadina sarà costretta a giocare fuori città la prossima stagione di serie D. Proprio le divergenze con l’amministrazione comunale sullo stadio “Ricciardelli” hanno spinto a questa decisione. Ecco la lettera integrale:
Sono passati quasi tre anni da quando sono entrato a far parte della famiglia del San Severo Calcio e mi dispiace constatare che a livello strutturale quasi nulla è cambiato. In una città di 55.000 abitanti, che tra cSono passati quasi tre anni da quando sono entrato a far parte della famiglia del San Severo Calcio e mi dispiace constatare che a livello strutturale quasi nulla è cambiato. In una città di 55.000 abitanti, che tra cinque anni festeggerà il centenario della propria società calcistica (1922-2022), vedere, nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche, che l’amministrazione comunale non ha stima di questo evento come un importante obiettivo e che quindi non pensa ad uno stadio degno del nostro blasone, mi lascia deluso. Lo sport, il calcio, potrebbe essere un fattore determinante di riscatto sociale e culturale, ma pochi sembrano capirlo.Faccio notare in primis ai tifosi, ma anche agli amministratori con i quali è nata nell’ultimo incontro una collaborazione positiva, che per poter disputare un campionato nazionale la società dovrebbe avere la possibilità di poter ospitare famiglie con bambini (quindi una tribuna coperta con poltroncine) e tifoserie importanti (come quelle di Taranto, Nocerina, Cerignola, Potenza, Nardò, Gravina, Altamura e così via) che portano al seguito non meno di 500 tifosi. Ci sarebbe bisogno di un settore ospiti all’altezza (giornalisti e postazioni televisive). Ormai per me non basta risistemare il “Ricciardelli” alla meno peggio, solo per avere l’autorizzazione della FIGC a poter disputare le partite interne. San Severo merita di più ed ora, con l’acquisizione del campo sportivo da parte del Comune, si possono fare tutti i lavori necessari per realizzare questa ambizione. Purtroppo oggi sono costretto a trovare una struttura idonea, perché non è più sostenibile disputare un altro campionato in queste condizioni: sprecare risorse economiche senza la possibilità di compensarle con incassi alla pari dei miei avversari non si può più fare. Proprio perché, con la stessa amministrazione, si respira un clima diverso e complementare, assumo l’impegno di tornare a giocare a San Severo, quando l’amministrazione ci doterà di un impianto sportivo all’altezza del suo blasone cittadino e sportivo.inque anni festeggerà il centenario della propria società calcistica (1922-2022), vedere, nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche, che l’amministrazione comunale non ha stima di questo evento come un importante obiettivo e che quindi non pensa ad uno stadio degno del nostro blasone, mi lascia deluso. Lo sport, il calcio, potrebbe essere un fattore determinante di riscatto sociale e culturale, ma pochi sembrano capirlo.Faccio notare in primis ai tifosi, ma anche agli amministratori con i quali è nata nell’ultimo incontro una collaborazione positiva, che per poter disputare un campionato nazionale la società dovrebbe avere la possibilità di poter ospitare famiglie con bambini (quindi una tribuna coperta con poltroncine) e tifoserie importanti (come quelle di Taranto, Nocerina, Cerignola, Potenza, Nardò, Gravina, Altamura e così via) che portano al seguito non meno di 500 tifosi. Ci sarebbe bisogno di un settore ospiti all’altezza (giornalisti e postazioni televisive). Ormai per me non basta risistemare il “Ricciardelli” alla meno peggio, solo per avere l’autorizzazione della FIGC a poter disputare le partite interne. San Severo merita di più ed ora, con l’acquisizione del campo sportivo da parte del Comune, si possono fare tutti i lavori necessari per realizzare questa ambizione. Purtroppo oggi sono costretto a trovare una struttura idonea, perché non è più sostenibile disputare un altro campionato in queste condizioni: sprecare risorse economiche senza la possibilità di compensarle con incassi alla pari dei miei avversari non si può più fare. Proprio perché, con la stessa amministrazione, si respira un clima diverso e complementare, assumo l’impegno di tornare a giocare a San Severo, quando l’amministrazione ci doterà di un impianto sportivo all’altezza del suo blasone cittadino e sportivo.