Desideri, sogni e realtà nella visione di Lidya Colangelo per la nostra città invisibile

Le città, come le persone, vivono di desideri, di ambizioni e di sogni, ma soprattutto di quella loro capacità unica di adattarsi, cambiare, eppure rimanere se stesse. Una riflessione che ritroviamo nelle parole di Italo Calvino, che in “Le città invisibili” suggerisce una visione delle città come luoghi in cui i desideri si incrociano con la realtà, dove la loro persistenza o il loro oblio plasmano l’identità e il destino delle comunità. E quale destino attende San Severo? A questa domanda ha provato a dare una risposta il sindaco Lidya Colangelo con le linee di mandato approvate dal consiglio comunale. San Severo incarna, infatti, appieno il rapporto complesso tra il desiderio e la trasformazione, tra il rinnovarsi e il perdersi.
Una città con una storia millenaria che è sopravvissuta a innumerevoli sfide, ma che continua a evolversi grazie alla resilienza dei suoi abitanti, alle tradizioni vive e alle energie nuove che si intrecciano nella sua quotidianità. Pertanto il sindaco e la sua amministrazione hanno rivolto un appello alla corresponsabilità, all’unità d’intenti tra amministratori e cittadini, con l’obiettivo di superare vincoli economici, disfunzioni istituzionali e criticità sociali che da troppo tempo gravano

sulla città. Su tutti la necessità di abbandonare la pratica dei mutui che ingabbiano l’amministrazione e, al contrario, di puntare a fondi pubblici e regionali per finanziare interventi strutturali. Tale approccio mira non solo a una maggiore sostenibilità finanziaria, ma anche a una libertà di manovra che permetta di realizzare quei progetti tanto attesi dalla cittadinanza, come l’ammodernamento delle infrastrutture idriche e la messa in sicurezza delle strade, il tutto in una logica d’investimenti mirati e condivisi.

La partecipazione civica emerge come pilastro fondamentale delle linee di mandato. Non si tratta solo di azioni imposte dall’alto, ma di una visione comune, costruita e scritta insieme ai cittadini di San Severo, che vengono invitati a partecipare attivamente al rilancio della città. I programmi delineati spaziano dall’educazione alla lotta all’evasione fiscale, dall’inclusione digitale per anziani e giovani alla valorizzazione culturale. Centrale è la proposta di politiche sociali mirate a combattere la dispersione scolastica e a prevenire la microcriminalità, fornendo alternative concrete per i giovani. Un esempio emblematico è l’orchestra sociale, strumento educativo che va oltre l’aspetto musicale, offrendo ai giovani uno spazio di crescita e sicurezza, lontano da influenze negative. Il sindaco Colangelo ha posto l’accento anche sull’importanza del decoro urbano, della manutenzione stradale e della gestione del verde pubblico, presentando una San Severo più curata e vivibile, capace di alimentare l’orgoglio dei cittadini e contrastare la fuga dalla città.
Allo stesso modo, il richiamo al rispetto delle scadenze nei pagamenti evidenzia l’impegno per un’amministrazione trasparente e responsabile, capace di evitare ulteriori debiti e ingiunzioni che ostacolerebbero la realizzazione dei progetti. Le linee di mandato non hanno dimenticato il tema della fiscalità, ricordando come l’equità fiscale sia un diritto e un dovere per tutti, e chiedendo un’azione decisa contro l’evasione, che alleggerisca il peso fiscale sui cittadini onesti e contribuisca a una gestione più giusta delle risorse comunali. In questo senso, San Severo si colloca tra quelle città che, usando le parole di Calvino, “continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri”. Nella visione dell’amministrazione a trazione femminile la tradizione si mescola alla contemporaneità, si reinventa e si adatta per sopravvivere: le processioni religiose diventano momenti di ritrovo sociale, le feste patronali si arricchiscono di nuovi significati, e persino la cucina locale, radicata nella tradizione contadina, riesce a trovare spazio in contesti moderni come ristoranti e sagre, rimanendo però ancorata ai sapori della terra e alla cultura del territorio. Ma San Severo, come altre città del Sud Italia, non è immune alle sfide del presente. Il desiderio di molti giovani di cercare un futuro migliore altrove, la mancanza di opportunità economiche e la migrazione verso le grandi città rappresentano minacce alla vitalità della città.
Questo fenomeno, che ha radici storiche e sociali profonde, rischia di “cancellare” la città nella sua forma originaria. Le strade si svuotano, i negozi chiudono e le piazze diventano luoghi di memoria, anziché spazi di vita attiva. Questo spopolamento, alimentato dal desiderio di una vita più prospera, pone San Severo di fronte a un bivio: adattarsi al cambiamento o essere cancellata dai desideri che spingono altrove i suoi abitanti. Tuttavia, anche in questo momento di trasformazione, la città riesce a rimanere rilevante e a cercare un suo posto. Sono sempre più numerose le iniziative locali per valorizzare il territorio, promuovere il turismo e incentivare il ritorno di chi se n’è andato, creando occasioni di rinascita che possano preservare e rilanciare le sue ricchezze culturali e naturali. In definitiva, San Severo non si colloca semplicemente tra le città “felici” o “infelici”, come diceva Calvino, ma tra quelle che si sforzano di mantenere viva la propria identità in un equilibrio sottile tra tradizione e innovazione. La città, nonostante le sfide economiche e sociali, continua a esercitare un fascino particolare su chi vi è nato e su chi la scopre per la prima volta. È un luogo in cui i desideri dei suoi abitanti, anziché cancellare la città, cercano di riempirla di nuovo significato, di nuove opportunità. Proprio come una di quelle città invisibili descritte da Calvino, San Severo è viva nei sogni e nelle speranze di chi ci abita, di chi è dovuto partire e di chi si impegna per renderla un luogo in cui il passato incontra il futuro. Forse è questa la vera natura delle città: essere spazi di resilienza, dove le persone trovano il modo di dare forma ai propri desideri anche nelle difficoltà, senza cancellare l’anima del luogo. Un ruolo cruciale in tal senso giocherà la capacità dell’amministrazione di coinvolgere i sanseveresi nell’abbracciare il cambiamento.
